I sindaci della Trexenta non sanno più come fare per ottenere i finanziamenti necessari a rimettere in sesto gli edifici di culto, chiese parrocchiali e chiesette campestri.

L'amministrazione comunale di Ortacesus ha attinto da fondi del proprio bilancio per rifare il cornicione della chiesa di San Pietro e realizzare piccoli interventi di messa in sicurezza nella casa parrocchiale.

Ma il caso più clamoroso è quello di Guamaggiore, dove da qualche giorno don Alessandro Guiso è costretto a dire messa nella cappella della Madonna del Rosario, di fronte alla Parrocchia di San Sebastiano, chiusa per pericolo di crollo.

"Sono trascorsi quattro anni da quando abbiamo presentato in Regione il progetto di restauro con la richiesta di finanziamento, senza mai ottenere nulla", protesta il sindaco Nello Cappai.

A Guamaggiore anche la chiesetta di San Pietro è chiusa al culto, da ormai cinque anni.

Impossibile utilizzare i fondi del disavanzo di bilancio: lo impediscono i vincoli del Patto di stabilità.

Il grande restauro della chiesa parrocchiale Santa Barbara di Senorbì, costato circa 60mila euro, è stato finanziato quasi interamente dalle offerte dei fedeli.

La Giunta comunale ha contribuito con 5mila euro del proprio bilancio.
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