Il cambiamento è una sfida, dice. Una sfida che tutti, lo si voglia o no, siamo chiamati a raccogliere e fare nostra, cercando di non avere paura di ciò a cui si va incontro e anzi, provando con coraggio a gestirla, insieme alla propria emotività.

Per Roberto Re, professione "mental coach", il gioco sta tutto qui: cambiare i propri schemi mentali e adattarli a un mondo che non ci aspetta, ma che da noi si aspetta molto.

Re arriva a Cagliari (al Business Centre airport di Elmas) per la tappa sarda del suo tour in giro per l'Italia, intitolato "Leader di te stesso", un tour per festeggiare i 25 anni della sua attività nel campo della formazione personale e professionale.

Roberto Re, che tipo di incontro ha allestito per Cagliari?

"Un seminario introduttivo, un pretesto per parlare dei nostri 25 anni di attività e vedere la nostra storia alla luce dei cambiamenti che sono avvenuti fino a oggi. Una scusa, insomma, per evidenziare alcuni comportamenti e modi di pensare virtuosi che applicati nel mondo del lavoro e in generale dei rapporti con gli altri generano dei risultati".

Con un argomento principale?

"Sì, ed è legato al titolo 'Leader di te stesso', ovvero riuscire a gestirsi e avere più leadership di se stessi, appunto. Sia nella sfera professionale sia in quella personale".

Qual è il profilo tipico di chi si rivolge a voi?

"È un pubblico trasversale. Noi non abbiamo a che fare con le attività, ma con le persone che le svolgono. Lavoriamo sullo stress, sulle pressioni a cui siamo sottoposti nei rapporti con gli altri. Il pubblico è suddiviso abbastanza equamente tra uomini e donne e in generale la categoria più rappresentata è formata da professionisti o piccoli imprenditori, chi comunque misura i propri risultati ed è alla ricerca del metodo per fare meglio".

Ci sono dei particolari settori da cui provengono?

"No, abbiamo ogni tipo di professionista, che sia avvocato o commercialista che oggi si misurano con la capacità, per esempio, di gestire il proprio studio e il proprio team, più che dalle proprie abilità professionali, fino a chi ha un'attività commerciale e si deve rapportare con i clienti".

E hanno qualcosa in comune?

"Hanno il fatto di muoversi in un mondo in costante cambiamento, quindi l'obbligo di riuscire a cambiare mentalità. Perché le cose che 20 anni fa funzionavano, oggi non funzionano più. Chi rimane agganciato a vecchi schemi, oggi fa tremendamente fatica".

C'è qualcosa in particolare per iniziare a cavalcare questo cambiamento?

"Una delle più grandi differenze tra il mondo vecchio e quello di oggi è il passaggio tra la mentalità del fare alla mentalità del risultato".

Cioè?

"La mentalità del fare porta a: 'Se le cose non vanno bene, impegnati di più', ovvero il consiglio che ci è sempre stato dato in passato. In realtà oggi questo non è più vero, perché è impossibile fare più di quello che già si fa. Siamo al limite. Bisogna invece fare meglio ed è la capacità di concentrare le energie a dare i veri risultati. Il passaggio di mentalità rappresenta il vero cambiamento ed è una delle cose su cui stiamo aiutando le persone".

In Sardegna ha riscontrato qualche particolarità, qualche esigenza diversa rispetto a questa crescita personale?

"La Sardegna, come tutte le realtà simili, ha tratti più provinciali e chiusi. Il che è un bene e un male: l'aspetto negativo è quello appunto di rimanere legati ai vecchi schemi di relazione con gli altri di cui si parlava prima, quello positivo è legato alla voglia di fare cose diverse e di ragionare in maniera nuova e differente. In Sardegna c'è molta gente che si rende conto che gli strumenti che ci sono stati dati a scuola o insegnati dai genitori (quelli veri e quelli professionali) oggi non funzionano più. Chi è ambizioso e vuole ottenere risultati ha difficoltà a raggiungere l'equilibrio necessario tra vita personale e professionale. Bisogna gestire la famiglia e gli interessi personali, così come il proprio tempo e le proprie risorse. Questo fa veramente la differenza".

Ha detto: "Nella sfida del cambiamento o si vince o si perde". E se si perde?

"Questo è il vero guaio. Ma se si vive la vita con troppo stress e troppo lavoro, e si porta a casa sempre lo stesso risultato, lì si è già perso. Il vento del cambiamento o impari a usarlo o rimani fermo. Il cambiamento è contro la natura umana, per cui si fa resistenza e questa resistenza ci stressa. Ma il cambiamento avviene lo stesso e il salto vero è quello di trasformarlo in progresso. Dobbiamo dunque imparare a gestire le situazioni e non a subirle".

Marco Castrovinci
© Riproduzione riservata