All'indomani dell'arresto di Cesare Battisti - che dal Brasile stava tentando la fuga in Bolivia - ha detto alla polizia federale di non aver "paura di essere estradato in Italia, nonostante una recente richiesta da parte del governo italiano" perché ritiene di essere protetto da un decreto dell'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che gli ha concesso "un visto permanente" nel Paese sudamericano.

Lo rivelano alcuni media locali.

L'ex esponente dei Proletari armati per il Comunismo è finito in manette ieri ed è stato trovato in possesso di una consistente quantità di valuta straniera non dichiarata dalle forze dell'ordine.

Il 31 dicembre del 2010 Lula, nel suo ultimo giorno di mandato, aveva dato asilo all'ex terrorista - condannato per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo per i quali non ha mai scontato la pena - bloccando la sua estradizione in Italia.

Battisti sostiene inoltre di essere "giuridicamente protetto" contro una possibile estradizione in quanto il giudice supremo Cesar Peluso aveva già stabilito che i reati per i quali è accusato risultano prescritti nel 2013.

LE PAROLE DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ORLANDO - Di diverso avviso è il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha parlato del caso a margine di un convegno a Milano.

"L'Italia è fortemente determinata a far sì che Battisti sconti la sua pena nel nostro Paese, anche per restituire in parte ciò che è stato tolto alla nostra comunità e ciò che è stato inflitto alle vittime del terrorismo", ha affermato il Guardasigilli.

"L'estradizione è possibile, l'Italia la chiede da tempo, la richiesta dell'Italia rimane ferma ci sono tutti i presupposti sulla base del diritto internazionale perché questa sia realizzata", ha precisato il ministro.

"Noi abbiamo fatto tutti i passi presso tutte le autorità giurisdizionali brasiliane - ha aggiunto - e tutte le autorità politiche, e alla luce di questo nuovo fatto ne faremo altri", ha poi concluso.

L'ARRESTO DI CESARE BATTISTI:

(Redazione Online/F)

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