Diventa definitiva la condanna a 8 anni di carcere per Pier Paolo Mulas, il 56enne sardo arrestato nel corso dell'operazione "Mamuthones" portata a termine nel 2014 nel Viterbese dai carabinieri.

Mulas, originario di Escolca, considerato uno dei capi della banda composta prevalentemente da conterranei e responsabile di una serie di incendi, rapine, furti e intimidazioni tra Ronciglione, Nepi e Sutri, aveva fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza emessa in appello nel 2016.

Processato anche per associazione a delinquere, aveva ammesso solo una parte dei fatti che gli venivano addebitati; in primo grado la condanna a otto anni (con lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato), ha presentato ricorso prima in appello poi in Cassazione.

I supremi giudici, però, hanno rigettato le sue richieste ritenendo esistente l'associazione per delinquere (porta avanti insieme a Gavino e Salvatore Medde).

Oltre a Mulas, nell'ambito dell'operazione Mamuthones erano stati arrestati anche Gavino Goddi (di Orune, poi assolto), suo fratello Bernardino, i fratelli Medde (oltre a Gavino e Salvatore anche Giuseppe e Giovanni, tutti di Borore), il sassarese Benito Salaris, Mario Tatti (di Nughedu Santa Vittoria) e il nuorese Gian Mauro Contena.

(Redazione Online/s.s.)

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