La scritta "vivere" su una t-shirt marchia un incontro atteso 33 anni. "Un'emozione indescrivibile. Ho pianto, è stato troppo bello".

Ottavio Demontis parla così, diffonde parole cariche di commozione. La scorsa settimana questo nuorese di 42 anni ha ritrovato i suoi compagni di reparto, Francesca Pecoraro e Michele Birro. Due di quei bambini che tra le stanze dell'ospedale bolognese Rizzoli combattevano per la vita, contro un sarcoma osseo che lasciava poche speranze. Oggi il male è stato sconfitto. La tecnologia ha fatto il resto.

L'INCONTRO - "Grazie ai social network abbiamo fatto una straordinaria rimpatriata e brindato alla nostra salute, alla serenità odierna. Alla vita, che ora affrontiamo senza paura".

Demontis ha raggiunto gli amici in un ristorante sul Lago Maggiore, a Baveno, come raccontato dal quotidiano "Il Mattino di Padova". Un incontro speciale, condito da lacrime di felicità.

LA GIOIA DI VIVERE - Oggi Francesca Pecoraro è una barista, a Baveno, ha due figli. Michele Birro fa l'impiegato all'ospedale, in Veneto. Ottavio Demontis è rimasto a Nuoro, lavora al Consorzio di bonifica della Sardegna centrale. "Ci sentiamo dei miracolati - racconta il 42enne nuorese -. Siamo felici, abbiamo una vita normale. Io amo lo sport, mi tengo in forma, curo il corpo. Trentatré anni fa, però, di quel male si moriva, nel 90 per cento dei casi. Ho subito cure sperimentali, dolorosissime. La chemioterapia, all'epoca, era davvero terribile. Ce l'abbiamo fatta, questa è la cosa importante: il tumore, quel maledetto sarcoma, non c'è più".

L'INCUBO È SOLO UN RICORDO - Bambini costretti a vivere una quotidianità da incubo, tra le stanze dell'istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. "Mesi impossibili da scordare - afferma commosso Ottavio Demontis -. Nel 1984 avevo appena nove anni. Insieme ai miei compagni ho dovuto affrontare terapie lunghe, tremende. Eravamo in dieci, in quel reparto. Siamo rimasti in tre. Dobbiamo dire grazie al professor Mario Campanacci".

La parola "vivere" come concetto che ricorre. "Ci siamo ritrovati per festeggiare il nostro anniversario, la nostra rinascita", conclude Ottavio Demontis.
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