La fabbrica di Ottana Polimeri si è fermata oltre tre anni fa. Alla fine del 2016 è stata spenta la centrale di Ottana Energia. E il futuro della Biopower, ultimo baluardo rimasto nella zona (produce energia bruciando l'olio di palma) è tutt'altro che roseo: l'azienda potrebbe perdere tra qualche mese il regime di essenzialità, che garantisce ricavi sicuri, e sarebbe destinata a fermarsi. I dipendenti delle tre aziende sono circa 160.

"Eppure si tratta di impianti nuovi, soprattutto quello che produce i polimeri. Sono stati rifatti meno di dieci anni fa", racconta Antonello Ledda, dipendente della fabbrica, ora in cassa integrazione. Da queste parti lo Stato ha dato soldi a getto continuo: "Per il revamping, ai tempi della Equipolymers, arrivarono 36 milioni dalle casse pubbliche".

L'effetto però non è stato quello sperato. Nella zona di Ottana sono più le industrie chiuse di quelle aperte. "Qui vennero aperte le fabbriche con l'aiuto dello Stato per combattere il banditismo. Ora c'è il deserto. Si rischia di ritornare indietro a quei tempi", dice Ledda.

TERRITORIO IN GINOCCHIO - Le uniche certezze arrivano dai genitori: "La base di sopravvivenza è rappresentata dalle pensioni di chi ha lavorato in passato. Questa prima era una zona viva, ci lavoravano migliaia di persone. Le case di Ottana sono state costruite per i lavoratori dell'area industriale", ricorda Nevina Mereu, ex dipendente della Plasteco e rappresentante della Cgil. Una strada alternativa alla chimica non viene presa in considerazione: "Lo sviluppo turistico non basta. Poi verrebbero perse un sacco di professionalità che si sono formate negli anni. Sarebbe uno spreco".

LA CASSA INTEGRAZIONE - Da giorni una delegazione di operai presidia i cancelli dell'ex stabilimento dell'Enichem, adesso in mano al gruppo Clivati. La cassa integrazione sta per scadere e la paura di non avere più una rete di salvataggio aumenta. "Chiediamo che il governo si occupi della nostra vertenza al più presto. Abbiamo un progetto di rilancio, considerato valido non solo da noi ma anche dai tecnici. Acquisendo gli stabilimenti Versalis di Sarroch torneremmo ad essere competitivi, perché riusciremmo a produrre la materia prima in casa, realizzando una filiera unica in Europa", spiega Andrea Podda, operaio di Ottana Polimeri.

Poi c'è il capitolo del metano. Per sfruttarlo e produrre energia a un prezzo inferiore rispetto a quelli attuali, bisognerebbe costruire una nuova centrale. Tempi lunghi. "Ma i vecchi impianti potrebbero essere riavviati con pochi interventi", sostiene Antonio Arridu, dipendente di Ottana Energia. Una parte dei suoi colleghi lavora per la Biopower, azienda controllata per l'80 per cento dalla Aew, municipalizzata di Bolzano e Merano. Ora anche questa centrale potrebbe spegnersi: "La proprietà", riferiscono i sindacati, "ha annunciato di volersi disfare della società". E altri 30 lavoratori tornerebbero a casa.

Michele Ruffi
© Riproduzione riservata