Dopo le polemiche sul "travel ban", ossia le norme che il presidente americano aveva proposto per regolare (e ridurre) l'ingresso negli Stati Uniti di persone provenienti da sei Paesi a maggioranza musulmana, Donald Trump trova un compromesso con la Corte Suprema americana, approvando regole meno restrittive.

In particolare, chi chiede un permesso da Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen deve avere una relazione familiare stretta (genitori, coniugi, figli, fratelli) negli Stati Uniti.

Ammessi anche coloro che hanno legami formali con gli Usa, come gli studenti o chi ha accettato un'offerta di lavoro da parte di una società americana.

Sbarrato l'ingresso invece a chi arriva per cercare un impiego.

IL NODO DEI RIFUGIATI - La questione principale resta quella dei rifugiati.

Secondo il massimo tribunale degli Usa, il divieto promosso da Trump non deve riguardare i rifugiati "che possono credibilmente rivendicare un rapporto bona fide con una persona o un'entità" negli Stati Uniti.

(Redazione Online/D)

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