È caos negli aeroporti americani dopo la decisione di congelare, per 120 giorni, l'ingresso di rifugiati negli Stati Uniti provenienti da sette paesi di religione islamica.

Sospesi a tempo indeterminato gli ingressi dei cittadini siriani.

Manifestazioni di protesta si sono svolte in molti aeroporti americani.

Protesta anche l'Onu che auspica si tratti di "decisioni temporanee".

Mentre un giudice federale di New York, Ann Donnelly, ha emesso un'ordinanza di emergenza che impedisce temporaneamente agli Stati Uniti di espellere i rifugiati che provengono dai sette paesi a maggioranza islamica soggetti all'ordine esecutivo emanato dal presidente Donald Trump, che ha bloccato gli arrivi da quei paesi per tre mesi.

Trump da parte sua replica su Twitter: "Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e di rigidi controlli. Ora. Guardate cosa sta accadendo in tutta Europa, anzi nel mondo... Un orribile pasticcio".

Soprattutto, l'ordinanza prevede che i rifugiati e altre persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possano essere rimandate indietro nei loro paesi di origine.

Ma in un'intervista alla Nbc il capo gabinetto di Trump, Reince Priebus ha detto che "Non è il caos. Solo due dozzine di viaggiatori sono stati bloccati negli aeroporti".

Secondo Priebus, circa 325mila viaggiatori sono entrati ieri negli Stati Uniti e 109 sono stati fermi.

"La maggior parte di questi è stata poi lasciata passare", ha precisato.

Nel contempo non si arresta la protesta internazionale.

La Lega Araba ha espresso profonda preoccupazione definendo tali restrizioni ingiustificate.

Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l'ambasciatore svizzero a Teheran, che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti nel Paese, per protestare contro i limiti imposti dagli Usa agli ingressi da Iran e altre sei nazioni a maggioranza musulmana.

Secondo l'Iran l'ordine esecutivo di Trump "si basa su pretesti falsi e discriminatori e va contro le convenzioni sui diritti umani"

Anche il Sudan ha convocato l'incaricato d'affari statunitense per protestare.

Per il Sudan gli USA mandano "un messaggio negativo", solo due settimane dopo avere allentato le sanzioni economiche nei confronti del Paese.

Anche il New York Times non lesina nuove critiche a Trump per i suoi ultimi divieti.

In un duro editoriale il giornale definisce la misura "codarda" e "pericolosa".

Il quotidiano afferma che l\'ordine esecutivo di Trump "manca di ogni logica", va contro la Costituzione e rispecchia la xenofobia e l'islamofobia da lui già mostrate nella campagna elettorale.

Il NYT sottolinea poi la sofferenza che le nuove misure sull'immigrazione hanno causato a molte famiglie e ai rifugiati, facendo un'analisi delle conseguenze negative che esse possono avere.

Non manca la confusione se oggi il il capo di gabinetto

del presidente Donald Trump, Reince Priebus, si è affannato a precisare che il divieto di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi musulmani non riguarda i possessori di "green card", l'autorizzazione a risiedere nel Paese per un periodo di tempo illimitato.

Ieri il dipartimento per la Sicurezza interna aveva sostenuto il contrario.

Si profilano anche altre misure restrittive per gli ingressi negli Stati Uniti.- Il direttore per gli Affari politici della Casa Bianca, Stephen Miller, ha fatto sapere che l'amministrazione Trump sta valutando la possibilità che agli stranieri che intendano entrare negli Usa venga richiesto di mostrare i loro siti web e i social media utilizzati, così come i contatti dei loro telefoni cellulari.

Richiesta che, se respinta, potrebbe pregiudicare l'autorizzazione a entrare negli Stati Uniti.

lntanto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato un ordine esecutivo che dà istruzioni al Pentagono perché presenti entro 30 giorni una strategia per sconfiggere lo Stato islamico.

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