A Cagliari Carlo Osellame ha lasciato il cuore.

Da calciatore è andato via col rimpianto, dopo tre anni e una salvezza con Paolo Carosi, quella di Cagliari-Fiorentina 0-0, campionato 1981/'82. E la sua mano - in modo indiretto, ma c'è - si vede ben chiara anche nel Cagliari di oggi.

C'è infatti un calciatore (e che calciatore!) che, di sicuro, ringrazia la sorte per averlo incrociato.

Ai tempi di Treviso, fine anni Novanta, Osellame s'inventò Borriello centravanti, consegnando al calcio italiano una tra le punte più prolifiche degli ultimi quindici anni.

Lui, da centrocampista infaticabile e discreto anche nella vita, non ama prendersi meriti. Preferisce ricordare le sue tre stagioni d'oro in Sardegna, tutte in Serie A, con 75 presenze e 5 reti, prima del passaggio all'Atalanta ("dovevo avvicinarmi a casa, andai via a malincuore").

Osellame oggi ha 65 anni e vive nella sua Montebelluna, cittadina in cui sono nati anche Aldo Serena, Attilio Tesser e un altro ex rossoblù, Maurizio Restelli.

È sposato, ha due figli. Uno dei due, Giacomo, è stato pallavolista professionista: nato a Cagliari nel 1980, ha militato nel Bassano in A2. "E nessuno dei miei tre nipoti gioca a calcio", dice Osellame. "Uno è dedito al basket, gli altri due al volley".

Lei però lavora ancora nel mondo del calcio, giusto?

"Ho curato fino all'anno scorso il settore giovanile del Montebelluna. Abbiamo vinto tre titoli italiani, due con gli Allievi e uno con i Giovanissimi. Ora aspetto una chiamata: ho un discorso avviato con due o tre club, sempre per il settore giovanile".

Ha giocato in un grande Cagliari che, nei primi anni Ottanta, sfiorò l'Europa.

"Arrivammo sesti con Mario Tiddia. Stadio pieno ogni partita: la squadra era forte, eravamo tutti italiani e molto amici".

Avevate un trio d'attacco mica male.

"Selvaggi, Piras e Virdis. Anche oggi sarebbero devastanti".

Chi dei tre ricorda di più Marco Borriello?

"È un mix tra le abilità nel creare spazi di Gigi Piras e l'opportunismo di Selvaggi".

Lei ha scoperto a Treviso l'attuale bomber del Cagliari.

"Non l'ho scoperto: semmai gli ho cambiato il ruolo nella Primavera del Treviso. Lui alle giovanili del Milan era un esterno sinistro di centrocampo. Idem quando arrivò da noi. Il caso volle che una domenica non avevo attaccanti e provai lui. Da quella partita segnò più di dieci gol ed è rimasto centravanti. Anzi, nacque l'attaccante che tutti conosciamo".

Quindi giocava più defilato?

"Con il 4-4-2 agiva sull'esterno: aveva un buon tiro ma, da quella posizione, la porta la inquadrava poco".

A Cagliari era da tempo che non si vedeva un calciatore di un livello tecnico così alto.

"Vi assicuro che ha tutte le qualità per fare quel che ha fatto".

Come mai il Milan e la Roma non hanno puntato per davvero sul bomber rossoblù?

"Col Genoa e a Cagliari era ed è la punta di diamante. A Milano e a Roma non era l'unico: anzi aveva diversi concorrenti nel suo ruolo".

Indichi un pregio di Borriello.

"Non lo vedo da parecchio tempo: mi dicono che in campo e negli allenamenti sia un professionista serio".

E, visto che c'è, un difetto.

«Ai tempi della Primavera del Treviso uno lo aveva: si vedeva che aveva grandi doti, ma a volte giocava al risparmio. Se non avesse colmato questo gap , non sarebbe arrivato a certi livelli».

A 35 anni può confermare i sedici gol dell'ultima stagione?

"Anche se ne farà uno in meno, va bene lo stesso. Me lo auguro per il Cagliari e per lui. Ma non sarà facile".

Alla fine, secondo lei, firmerà col Cagliari o cederà ad altre sirene?

"Per me resta a Cagliari. Penso che si trovi bene come tutti".

Tornando ai suoi tempi, che cosa ricorda dell'Isola?

"L'affetto dei tifosi, la lealtà dei sardi, il fascino della città. Ho vissuto a Cagliari per tre anni da giocatore e per quattro da allenatore degli Allievi e della Primavera rossoblù. Da giocatore andai via, nel 1982 all'Atalanta, per questioni familiari. Altrimenti sarei rimasto fino alla conclusione della carriera".

Lei ha allenato negli anni Novanta le giovanili del Cagliari. Come mai il rapporto si è interrotto?

"Sono arrivato con i Fratelli Orrù e ho lavorato per tre anni durante la presidenza di Massimo Cellino. Decisero di cambiare e accettai la decisione. Trovai subito un nuovo impiego al Treviso come allenatore della Primavera: è in quella fase che incrociai Borriello".

Il Sant'Elia sarà demolito.

"Ho sentito. Speriamo che lo stadio nuovo, quando sarà costruito, riservi le stesse emozioni ai tifosi".

Sa che Gigi Piras è stato rieletto consigliere comunale nella sua Selargius?

"Allena ancora? E qualche gol nelle partitelle lo fa? Ciao Gigi, in bocca al lupo".

Chi sente ancora dei rossoblù del suo periodo?

"Da quattro anni, per un motivo o per un altro, non ho avuto più occasione di venire in Sardegna. Ci si trovava con Piras, Brugnera, Quagliozzi e Gattelli".

Oltre a Borriello, quale giocatore l'ha impressionata di più nella passata stagione?

"Ha fatto bene Barella. Un giovane di prospettiva".

Conosce Massimo Rastelli?

"Non di persona. Me lo ricordo quando giocava. Da tecnico, a parte qualche sbandata, ha messo in cassaforte la salvezza dopo aver capitalizzato un buon girone d'andata".

Di che cosa ha bisogno il Cagliari per confermarsi in una posizione tranquilla?

"La società dovrebbe confermare tutti. Più la squadra gioca assieme e meglio è".

Che cosa consiglierebbe oggi a Borriello?

"È un campione affermato, sa bene come gestirsi. E sono certo che abbia le doti fisiche e mentali per fare ancora qualche anno ad alti livelli. Mi farebbe piacere sentirlo".

Lorenzo Piras

L'ex calciatore del Cagliari Carlo Osellame
L'ex calciatore del Cagliari Carlo Osellame
L'ex calciatore del Cagliari Carlo Osellame
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