La Corte di Cassazione ha chiuso definitivamente il procedimento a carico dell'artigiano tempiese Angelo Frigeri, responsabile del triplice omicidio della famiglia Azzena, avvenuto nel maggio del 2014.

I giudici di ultima istanza, rigettando un ricorso della Procura generale, hanno confermato l'ergastolo per Frigeri.

Il ricorso era stato presentato per ragioni tecniche, infatti la sentenza di primo grado conteneva un errore procedurale, Frigeri era stato condannato all'ergastolo e gli erano state riconosciute le attenuanti generiche.

La Procura generale ha presentato il ricorso e poi ci ha rinunciato. Un escamotage che ha reso possibile la conclusione di oggi.

Il dato rilevante è che la sentenza passa in giudicato.

Le tre vittime
Le tre vittime
Le tre vittime

Angelo Frigeri è stato riconosciuto responsabile dell'uccisione del commerciante Giovanni Azzena, della moglie Giulia Zanzani e del figlio della coppia, Pietro, un ragazzino di 12 anni.

L'inchiesta condotta dal pm Angelo Beccu e dal procuratore di Tempio, Domenico Fiordalisi, ha superato tutti i gradi di giudizio. I carabinieri della Compagnia di Tempio, qualche ora dopo il ritrovamento dei corpi delle vittime dentro la casa di via Villabruna, nel cuore della cittadina gallurese, avevano già raccolto prove decisive a carico di Frigeri.

L'artigiano uccise prima Giulia Zanzani, quindi Giovanni Azzena, e poi il piccolo Pietro.

Tutto nasce da un litigio del giovane con la donna, Frigeri non aveva intenzione di ucciderla e probabilmente perse la testa dopo averla vista priva di sensi, riversa sul pavimento. La donna era caduta, battendo il capo, durante il litigio.

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