Villasimius. Il dolore, certo: come sempre. Ma a colpire negli sguardi dei ragazzini, al funerale del loro amico, è l'amarezza, lo smarrimento davanti a una cosa alla quale no, non avevano mai pensato. Non si pensa alla morte, a quell'età. Quella di Andrea Melis, di nemmeno 17 anni, l'ha sorpreso nell'Audi A3 precipitata per ottanta metri in una scarpata, nella notte tra mercoledì e giovedì, nella Provinciale 18 fra Costa Rei e Villasimius, dopo una notte trascorsa a Punta Molentis con i tre amici rimasti feriti. Un vuoto, quello lasciato dal ragazzino, che nemmeno il dolore di un intero paese (in lutto cittadino) riesce a colmare.

Non il dolore, e nemmeno lo smarrimento, hanno tolto ai tanti giovanissimi la voglia di salutare l'amico in modo semplice, come tra loro si salutano i ragazzi. Loro portano a spalla - sotto il sole impietoso delle 17 - la bara di Andrea Melis da casa alla parrocchia di San Raffaele Arcangelo e, dopo la cerimonia, da lì al cimitero. E sì, i loro lamenti si sentono, ma non è la fatica: sono le anime ferite.

Le note di "Cuando Quieras" di Nicky Jam, un brano che ad Andrea piaceva molto, accolgono la bara, e un altro brano dance accompagna la partenza verso il cimitero dopo i funerali. Nel corteo tanti palloncini bianchi, una grande croce tenuta da una ragazza e Don Simone Scalas.

"Ciao, Andrea": anche il parroco sceglie di essere informale, prima di affidare compiti (don Scalas le chiama "commissioni") al ragazzo chiuso nella bara. Parlerà direttamente con lui per tutta l'omelia, e attraverso lui a tutte le persone che sono in chiesa. "Non tacere, Andrea, parla come Dio te ne dà la capacità: al cuore delle persone. Diglielo tu, ai tuoi genitori e a tua sorella, dillo tu agli amici che non è colpa di Dio: ci sono fiori che nemmeno dopo novant'anni sono belli abbastanza per tornare alla casa del Padre, invece tu ad appena sedici eri già sbocciato. Ora, convinci tutti noi di quanto già sappiamo: che Dio c'è e che ci sei anche tu, seppure in modo invisibile". Il sacerdote sottolinea quanto sia importante morire senza avere rimpianti, "e sono sicuro che ci hai pensato, nei tuoi ultimi attimi. E so che non ne avevi".

Nuova vita e non morte, presenza invisibile e non assenza: don Scalas si spende, in una chiesa affollata, per dare conforto e speranza ai genitori di Andrea Melis, Mario ed Elena, e alla sorella Valentina: "Che ringraziano tutti, ma vi pregano di non porgere loro le condoglianze qui in chiesa".

Per il momento più commovente della cerimonia, insomma, la forza d'animo non basta.

La bara torna nel sagrato, sulle spalle degli amici: "Ti accompagno, non ti lascio andare da solo", sussurra alla cassa di legno un ragazzino con gli occhi rossi. Alla sua nuova casa, il giovane Andrea non ci è andato da solo.

Luigi Almiento

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