Efisio nasce alla metà del III secolo a Gerusalemme, da madre pagana e padre cristiano.

Anche se educato dalla madre all’idolatria, Efisio si mostra insofferente alla dottrina.

LA VITA MILITARE - Si arruola ufficiale dell’esercito romano sotto l'imperatore Diocleziano, (forse spinto dalla madre) e viene mandato in Italia a combattere i cristiani.

È infatti per questo motivo che il simulacro del santo lo ritrae in abiti militari.

LA CONVERSIONE - Durante il viaggio verso l’Italia gli si presenta una croce accompagnata da tuoni e fulmini, cadendo in uno stato di stordimento ode la voce di Gesù che gli racconta il suo futuro martirio per la fede cristiana.

Arrivato a Gaeta viene battezzato, decide così di battersi per la fede e di sconfiggere il paganesimo. A questo punto stabilisce di intervenire in difesa dei Cristiani della Sardegna perché viene a conoscenza delle tribù che vivono ancora immerse nel paganesimo tra i monti dell’interno.

L'ARRIVO IN SARDEGNA - Giunto nell'Isola diffonde il Vangelo e si circonda dei primi fedeli. Preso dal fervore della fede scrive una lettera all’imperatore affinché si converta, ma ottiene l’effetto contrario, tanto che viene incarcerato e punito con orribili pene.

Le ferite inferte sul corpo di Sant’Efisio guariscono grazie all'opera degli angeli, si racconta. La notizia di questo evento miracoloso arriva alla bocca di tutti in città con la conseguente conversione di altre persone. Diocleziano, venuto a conoscenza di questo e di altri miracoli, ordina la condanna a morte del santo martire a Nora, e non a Cagliari per il timore di insurrezioni.

LA PROTEZIONE - Il santo prima di morire chiede a Dio di proteggere il popolo sardo dai nemici e dalle malattie, ed è per questa richiesta che, nei momenti più tragici della storia cagliaritana e sarda, il popolo si è rivolto e si rivolge a lui affinché interceda presso Dio.
© Riproduzione riservata