Svolta nel caso Consip.

C'è un nuovo indagato nell'inchiesta sugli appalti pilotati alla centrale degli acquisti della Pubblica amministrazione.

Stavolta nel mirino degli inquirenti c'è un capitano del Noe dei carabinieri, Giampaolo Scafarto.

L'accusa è di aver dichiarato il falso in un'informativa scrivendo che, negli accertamenti, erano coinvolti anche i servizi segreti.

Inoltre avrebbe attribuito ad Alfredo Romeo, in carcere con l'ipotesi di corruzione, e non a Italo Bocchino, una frase intercettata nel dicembre scorso nella quale l'ex parlamentare dice "...Renzi (Tiziano ndr), l'ultima volta che l'ho incontrato".

Circostanza che fa venire meno la prova che Romeo e Renzi abbiano avuto contatti.

Sentito oggi dal pm, Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il padre dell'ex premier "ha accolto la notizia con piacere ma senza stupore, perché conferma di non aver mai incontrato Alfredo Romeo", ha commentato il suo avvocato, Federico Bagattini.

MATTEO RENZI - "Quando l'ho detto a mio padre ha pianto", ha raccontato l'ex presidente del Consiglio.

"Sarebbe facile per me dire, essendo in corso una indagine per falso, 'eh avete visto' - ha aggiunto -. Io chiedo che tutti abbiano la più totale fiducia nella magistratura. La verità alla fine viene a galla".

"Io non credo ai complotti", ha concluso Renzi.
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