Per il tentato omicidio della compagna il gup di Brescia ha chiesto nei suoi confronti otto anni di carcere.

Imputato è un 42enne sardo, L.S., che un anno fa è stato arrestato dopo una brutale aggressione a danno sia della donna sia del padre di quest'ultima; il processo viene celebrato con rito abbreviato e la sentenza è prevista per il 12 aprile prossimo.

L'uomo, che ha già dei precedenti e si trova tuttora in carcere, aveva picchiato la compagna 40enne in altre occasioni ma lei, per paura o per vergogna, non lo aveva mai denunciato.

Una sera di gennaio dell'anno scorso, nella casa in cui la coppia viveva nel quartiere bresciano Perlasca, l'ennesima lite e poi le botte e infine le coltellate; seppur ferita, la vittima era riuscita a chiamare il padre, corso in suo aiuto. Ma anche per lui l'aggressore ha riservato due fendenti, che lo hanno raggiunto al costato. Crollato a terra, è stato riempito di calci che gli hanno provocato gravissime lesioni.

Sono stati i vicini a chiamare le forze dell'ordine e i poliziotti, arrivati sul posto, lo hanno arrestato, mentre i feriti sono stati portati in ospedale.

In aula il 42enne si è difeso ammettendo "di aver fatto male" ma, ha aggiunto, "non volevo uccidere nessuno. Stavamo litigando e in un attimo ho perso la testa". Per questo motivo il suo avvocato ha chiesto che l'accusa di tentato omicidio venga riqualificata in lesioni gravissime.
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