I Carabinieri del Nas di Sassari e la Guardia di Finanza di Olbia hanno scoperto e sequestrato una clinica abusiva di chirurgia plastica olbiese e una porzione dell'adiacente albergo, nel quale venivano ricoverati i pazienti.

La Gdf e Carabinieri hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo, emesso in via d'urgenza dal Procuratore Capo di Tempio Pausania Domenico Fiordalisi, dell'Ambulatorio "Michelangelo Chirurgia Plastica s.r.l." al Delta Center in Via Capo Verde ad Olbia. L'indagine dei militari e del personale dell'Asl incaricato della vigilanza sulle strutture sanitarie e coordinata sul posto direttamente da Fiordalisi, ha permesso di scoprire le ipotesi investigative avanzate in quanto, nel corso di una ispezione, sono state individuate nelle camere dell'albergo, quattro pazienti operate il giorno precedente e che confermavano come il ricovero fosse stato programmato prima dell'operazione e che nella camera d'albergo ricevessero i controlli post operatori da parte dei medici.

Gdf e Nas hanno accertato quindi che in una normale camera d'albergo venivano effettuati anche trattamenti medici come iniezioni endovena di antidolorifici e medicazioni.

Nel corso dell'ispezione, dove tra l'altro i tecnici dell'Asl hanno individuato significative violazioni, i militari hanno trovato anche due lavoratrici "in nero" impegnate nella pulizia tanto delle camere d'albergo, quanto della clinica. Alcune pazienti hanno denunciato gravi lesioni per interventi di addominoplastica subiti.

Interventi che la Direzione Generale della Sanità della Regione Sardegna vieta in strutture sanitarie prive di possibilità di ricovero ospedaliero, così come per gli interventi di rinoplastica e di mastoplastica additiva praticati presso detto ambulatorio. Nella struttura alberghiera annessa non poteva nemmeno essere adibita ad un normale albergo considerato che l'autorizzazione comunale prevedeva che le camere potessero essere utilizzate in via esclusiva dai soli frequentatori dell'annessa sala congressi quali convegnisti.

Sotto il profilo tributario, i finanzieri hanno accertato che i circa 300 interventi chirurgici eseguiti nel corso del 2016 non sono stati interamente fatturati: infatti, dall'esame della documentazione extra contabile è stato possibile acclarare che oltre 730.000 euro sono stati incassati dalla clinica abusiva, senza però il rilascio del dovuto documento fiscale. Il pagamento della parte in nero era stato effettuato prevalentemente in contanti.

Le indagini sui reati di lesioni colpose sono partite dalle querele presentate in Procura da quattro donne si sono allargate all'esercizio abusivo di struttura sanitaria con ricoveri ospedalieri in luogo non autorizzato, e sono condotte dal Procuratore Capo Fiordalisi e dal pm Ginevra Grilletti Coe.
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