Un paziente psichiatrico, incapace di valutare le conseguenze delle sue azioni, un soggetto, quindi, che non può essere punito: è questa la conclusione delle perizia disposta dal Tribunale di Tempio sul ragazzo di Golfo Aranci, arrestato e processato come responsabile del pauroso incendio del giugno 2013 a Capo Figari.

Il rogo appiccato dal giovane, che confessò subito agli uomini del Corpo Forestale di avere innescato le fiamme, arrivò sino al mare, dopo avere distrutto oltre 200 ettari nel Sito di interesse comunitario.

L’incendio interessò aree a ridosso di strutture ricettive e abitazioni, evacuate dalla Protezione civile.

Il processo si è concluso con l’assoluzione del giovane, che all’epoca dei fatti aveva 24 anni.

Nel corso del processo è emerso che il golfarancino, anche nel 2013 era seguito da uno psichiatra. Nel corso dei primi interrogatori, parlò di mandanti, che, però, non sono mai stati identificati. I difensori, Christian e Alessio Cicoria, non hanno voluto commentare la decisione del giudice Daniela Di Carlo.
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