Una folla commossa si è accalcata nella cattedrale di San Panfilo, a Sulmona, in provincia dell'Aquila, per dare l'ultimo saluto a Fabrizia di Lorenzo, la giovane italiana vittima dell'attentato terroristico al mercatino di Natale tedesco.

In chiesa, tra familiari e fedeli, hanno trovato posto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro degli Interno Marco Minniti.

"La violenza è una profanzione del nome di Dio", ha detto il vescovo di Sulmona, Angelo Spina, che ha celebrato le esequie. "Di fronte al mistero della morte la nostra ragione si ferma e resta smarrita. Anche noi oggi siamo qui a piangere la nostra sorella e amica Fabrizia. Il dolore ci ricorda che siamo figli adottivi di Dio e fratelli di Gesù che ha sofferto la passione, è stato crocefisso e ha sofferto per i nostri peccati" Fabrizia, ha proseguito, "amava la vita con grandi ideali e forti valori", ha aggiunto. "Fabrizia ha dovuto lasciare questa terra che non riesce a dare speranza a questi giovani per il lavoro".

Poi ha concluso: "Dal cielo cara Fabrizia, con il tuo sorriso, la tua giovialità, la tua leggerezza e le tue preghiere dona e conforto ai tuoi cari. Da lassù guarda ai giovani della nostra terra e del mondo intero, prega perché i giovani capiscano quanto è prezioso il dono della vita che va difeso e custodito e percheè ognuno di noi sia ambasciatore e costruttore di un mondo di pace. Amen".

CACCIA AI COMPLICI DI AMRI - Dove era diretto e che intenzioni aveva. Sono gli interrogativi a cui cercano risposta gli investigatori passando al setaccio la vita del 24enne Anis Amri, il terrorista di Berlino freddato alle porte di Milano.

Ieri, in Tunisia, in manette è finito il nipote, che ha confessato di essere stato radicalizzato dallo zio.

Obiettivo è ora capire come e perché il tunisino sia arrivato in Italia, confermare o escludere l'appoggio di altre persone nella sua fuga terminata con la morte, se si trovasse a Sesto San Giovanni per restare, o di passaggio per raggiungere altri luoghi.

Come destinazione finale si pensa al sud Italia, Sicilia e Calabria, dove l'uomo ha vissuto, o alla Siria attraverso i Balcani: dalla stazione di piazza I Maggio, dove Amri è stato bloccato e ucciso, partono i bus verso il meridione e l'Europa dell'Est. Quasi trecento i treni che partono ogni giorno dalla stazione ferroviaria di Sesto per tutta la Lombardia e la Svizzera.

Con sé aveva uno zaino: dentro un biglietto di un treno francese, prodotti per l'igiene del corpo, un coltellino e qualche centinaio di euro. Nessun documento, però, che potesse ricondurre alla sua identità, né un telefono cellulare. Solo una sim, mai usata. Sulla pistola calibro 22 di fabbricazione tedesca sono invece in corso accertamenti balistici.
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