Novecento metri di incuria e abbandono: quanto rimane oggi del canyon che taglia in due il colle di Tuvixeddu, largo fino a dieci metri e costeggiato da pareti che in alcuni punti raggiungono i 30 di altezza.

Una striscia di blocchi in cemento armato in diversi tratti sfarinato, arbusti e piante che crescono nella pietra viva, reti in metallo arrugginito, cancelli sbarrati che nascondono alloggi abusivi, edifici completati a metà che dovevano servire come punto di appoggio ai visitatori, bottiglie di vetro e plastica abbandonate dove capita, scarpe buttate sull'erba.

Questo è il posto che avrebbe dovuto (e ancora potrebbe) far parte di un grande parco naturale a breve distanza dalle tombe puniche. Un luogo che la maggioranza dei cagliaritani conosce poco (è proprietà privata) ed è sconosciuto del tutto ai turisti stranieri, italiani e sardi.
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