Due missili sono poggiati sull'asfalto in piazza Costituzione, poco distante, non lontano dai negozi, ci sono macerie e feriti. Oltre al filo spinato, la bandiera arcobaleno, simbolo della pace. Per un giorno, Cagliari sembra un luogo di guerra, proprio come Sana'a, nello Yemen. E' questa la rappresentazione organizzata dagli attivisti del Presidio Piazzale Trento questa mattina di fronte al Bastione per protestare contro la fabbrica di armi di Domusnovas.

"Non vogliamo essere complici della guerra in Yemen che uccide uomini, donne e bambini", affermano gli attivisti. Sotto accusa le bombe a caduta libera ("Mk84" e "Blu 109") "spedite almeno tre volte dall'aeroporto di Elmas a Taif, base militare dell'Arabia Saudita. Sono state raccolte prove che ordigni inesplosi del tipo di quelli inviati dall'Italia", riferiscono dal Presidio, "sono stati ritrovati in diverse città dello Yemen bombardate dalla coalizione a guida saudita". Eppure, concludono, "in Italia una legge del 1990 vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari e i loro componenti verso i paesi in stato di conflitto armato e responsabili di gravi violazioni dei diritti umani".
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