Quello da non fare in un posto di blocco quando si indossa una divisa e soprattutto se al volante dell’auto fermata per un controllo c’è una ragazza.

Oggi davanti al collegio si è concluso il processo per concussione a carico di Giovanni Coscarelli, agente a suo tempo della Polstrada di Fonni (i fatti risalgono al settembre del 2008). L’uomo è stato condannato a un anno di reclusione (con sospensione della pena) e all’interdizione dai pubblici uffici per induzione indebita.

In pratica i giudici hanno ritenuto il poliziotto colpevole di aver portato via dal cofano dell’auto di Maria Giovanna Devias, che da Nuoro tornava a Mamoiada una mazza da softball senza alcun verbale di sequestro. Circostanza negata in aula dall’imputato che – sempre secondo la ricostruzione fatta ieri dal pm Tommaso Giovannetti - avrebbe anche chiesto alla donna un incontro galante (“Vediamoci a cena”) per restituirle l’oggetto da lei utilizzato nell’attività sportiva.

Inutile la difesa dell’avvocato dell’agente ora in servizio nella penisola. Il legale nella sua arringa aveva chiesto alla corte l’assoluzione da tutte le contestazioni (il capo di imputazione è stato modificato da concussione a tentata induzione).

In precedenza anche Costantino Manni, il compagno della donna – parte lesa nella vicenda di sei anni fa – aveva raccontato dell’odissea per recuperare la mazza da softball anche attraverso l’intervento dei carabinieri di Mamoiada, paese di residenza della coppia.

Poi la lettura della sentenza di condanna di due mesi inferiore rispetto a quella sollecitata dalla pubblica accusa.
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