Otto anni fa il capoterrese fu sconvolto da quello che ancora oggi viene considerato uno dei più forti temporali della storia del Mediterraneo, in grado di restituire alle prime luci dell'alba uno scenario apocalittico nel quale persero la vita quattro persone (un'altra nel comune di Sestu).

In questi anni si è detto e scritto tantissimo sull'evento calamitoso ma alcuni dati ed informazioni sono ancora poco noti ai più e verranno di seguito esposti per meglio caratterizzare il fenomeno.

La pioggia iniziò a cadere alle 3,30 sui monti immediatamente ad ovest la residenza di Poggio dei Pini intensificandosi rapidamente in loco. Alle 5 le precipitazioni raggiunsero il centro abitato di Capoterra lasciando all'asciutto le residenze a mare dove cominció a piovere solo dopo le 7 a dimostrazione che il temporale fu estremamente circoscritto e limitato nella sua estensione areale (si pensi che già a Sarroch, e ancor di più a Pula, la pioggia fu debole con accumuli esigui) oltre che, fattore fondamentale, stazionario e rigenerante per alcune ore. Dalle 8 iniziò il distacco dai monti di Capoterra e l’evoluzione della struttura temporalesca, in fase di indebolimento, verso l’hinterland di Cagliari.

Impressionanti i dati pluviometrici registrati. A Capoterra il pluviografo registró a fine evento 450 mm di pioggia contro i 462 mm che normalmente dovrebbero cadere in un anno. In tre ore, dalle 6 alle 9, caddero 350 mm a Poggio dei Pini e 374,8 mm a Capoterra, valori record a livello regionale (il precedente record apparteneva a Bau Mandara, Villagrande Strisaili, con 330 mm il 6 dicembre 2004) e tra i più in Italia. Inavvicinabili anche I dati orari con 161 mm caduti in paese tra le 7 e le 8 e ben 189 mm caduti tra le 6,47 e le 7,47, paragonabili alle alluvioni liguri.

Tale quantità di acqua, concentrata in uno ristretto intervallo temporale, mandò letteralmente in crisi il bacino idrografico del Rio San Girolamo, corso d’acqua a carattere torrentizio e quindi sempre in secca durante l’anno.

Il torrente esondò attorno alle 7,30 e alle 7,54, in prossimità della SS 195, raggiunse la portata di 370 metri cubi al secondo. Numeri che testimoniano l’incredibile violenza della calamità naturale, dai tempi di ritorno centenari, nella quale anche l’irrispettosa mano dell’uomo ha rivestito un ruolo primario.
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