Saranno interrogati oggi in carcere Martin Aru, il 24enne accusato dell'omicidio di Alessandro Picci, pregiudicato di 47 anni ucciso dopo un litigio per alcune frasi su Facebook e il padre Massimiliano Aru, di 48 anni, che deve rispondere di concorso in omicidio volontario.

Picci era stato raggiunto dal proiettile mentre Aru litigava con il fratello, che sarebbe il presunto autore del posto che ha innescato il tragico delitto.

Un post su facebook, le accuse in una chat di whatsapp, l'incontro per regolare i conti e il colpo di pistola che ha ucciso Alessandro Picci, 47 anni, intervenuto per far da paciere.

È la ricostruzione della Squadra Mobile di Cagliari e dei Carabinieri del Nucleo investigativo provinciale che hanno indagato sull'omicidio avvenuto domencia pomeriggio in via Pertusola a San Michele.

Per il delitto è stato arrestato Martin Aru, 24enne, con l'accusa di omicidio. In manette è finito anche il padre, Massimiliano, 48 anni, per concorso in omicidio.

Tre parenti della vittima, dopo il delitto si sono dati appuntamento sotto casa dell'assassino per vendicarsi. Mentre Martin Aru si costituiva, il padre Massimiliano è riuscito a fuggire e così loro, armati di spranghe e tirapugni, hanno distrutto la sua auto. Sono stati tutti denunciati per minacce e danneggiamento.

LE FRASI SU FACEBOOK E SU WHATSAPP - Aru, dopo un post su fFcebook, avrebbe iniziato una discussione in un gruppo su whatsApp con altri amici e conoscenti.

Un amico di Martin Aru scrive su Facebook: Potere avere soldi e auto belle ma la mia opinione sarà sempre la stessa. Buona giornata a tutti.

Aru replica: Buongiorno. Pidocchi siete e pidocchi resterete. L'invidia fa male

Aru: Perché ce l'hai con me? Non ho capito. Cosa c'entri tu?

L'amico replica: Sei una carogna

Aru: Vieni a dirmelo di persona. Se qualcuno ha qualcosa da dirmi me lo dica in faccia.

Amico: Vieni sotto casa, stupido.

Aru: Sto arrivando.

Il 24enne dà appuntamento in via Pertusola a due fratelli, residenti nel rione di San Michele. Qui Aru sarebbe stato picchiato e, forse, minacciato pesantemente.

A questo punto si sarebbe allontanato per tornare dopo un po' con la pistola, accompagnato dal padre, armato di zirogna. Sul posto, con uno dei due rivali della precedente discussione c'è anche Picci, arrivato per fare da paciere e calmare gli animi.

Aru, secondo quanto riferito anche al pm di turno Guido Pani, notato un movimento del rivale avrebbe afferrato la pistola e sparato, colpendo Picci in pieno volto.

Il giovane si dà alla fuga per poi costituirsi, accompagnato dal suo legale, ai carabinieri.

La pistola, clandestina, del giovane omicida aveva ancora cinque proiettili inseriti nell'arma.

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