La Colombia ha respinto l'accordo di pace tra il governo e le forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc).

La differenza è stata di appena 65mila voti: il no si è imposto con il 50,21 per cento, mentre al sì è andato il 49,78.

L'intesa mette fine a 52 anni di conflitto armato nel Paese, in cui sono morte più di 220mila persone e 5 milioni sono sfollate. Le operazioni di voto si sono concluse alle 16 locali, le 23 italiane, mentre un'ora dopo sono cominciati ad arrivare i risultati.

L'accordo era stato annunciato a fine agosto, dopo quattro anni di negoziati tra la delegazione del governo colombiano e dei guerriglieri a Cuba.

Martedì 27 settembre il presidente Juan Manuel Santos e il capo dei ribelli noto come Timochenko, nome di battaglia di Rodrigo Londoño, avevano firmato il testo a Cartagena, davanti a politici e dignitari da tutto il mondo.

Secondo i sondaggi avrebbe dovuto vincere il sì. Ma dalle urne è uscita fuori una bocciatura clamorosa.

Il risultato è vincolante per il governo del presidente Juan Manuel Santos e indebolisce pesantemente la sua leadership da tre anni impegnata in un negoziato accolto con favore da tutto il mondo, Usa e Vaticano in testa.

Sia il governo che i leader delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia hanno comunque dichiarato l'intenzione di andare avanti nella strada indicata dall'accordo di pace.

Il presidente, Juan Manuel Santos, ha annunciato che cercherà un dialogo con tutte le forze politiche del Paese per determinare insieme il cammino da seguire. E che invierà una delegazione all'Avana per discutere i nuovi sviluppi con le Farc. "Decideremo insieme quale sia il cammino che dobbiamo intraprendere perché la pace sia possibile", ha detto. "Non smetterò di cercare la pace fino alla fine del mandato".

Da parte sua, il comandante delle Farc, Rodrigo Londoño, ha confermato, dall'Avana, che il suo gruppo manterrà la sua posizione e la volontà di "usare solamente le parole come arma per la costruzione del futuro".

La commissione elettorale ha reso noto che alla consultazione referendaria ha partecipato il 37,43% degli elettori.

Ma ora le consultazioni che Santos ha detto che intende avviare aprono ad un nuovo scenario, soprattutto perché l'invito è stato rivolto anche ad Alvaro Uribe, l'ex presidente leader del fronte del "no".

Uribe ha già detto che il suo partito, la formazione di destra Centro democratico, intende chiedere "un grande patto nazionale" per la pace che corregga gli "errori" dell'accordo negoziato dal governo con le Farc.
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