I frati sono andati via e, per tenere aperta la chiesa, sono scesi in campo i laici. È una sorta di "autogestione", quella avviata dai gruppi che - da sempre - animano la chiesa di San Francesco.

Dagli scout all'Ordine francescano secolare, passando per la Milizia dell'Immacolata, ai Cori: sono i componenti dei vari gruppi ad essersi messi in prima linea (una volta trasferiti i frati e chiuso il convento a causa della carenza di vocazioni) per fare in modo che lo storico edificio religioso non fosse chiuso.

In accordo con l'Ordine dei "frati neri", i componenti dei gruppi fanno i turni per l'apertura quotidiana (dalle 8 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30) e la cura della chiesa, con le opere custodite al suo interno, tra cui il prezioso retablo di Antioco Mainas.

Continuano, inoltre, a essere garantiti i momenti di preghiera e la celebrazione della messa serale domenicale, grazie alla presenza di un frate che arriva da fuori Iglesias.

La speranza è che l'allontanamento dei frati sia solo temporaneo, vocazioni permettendo. Intanto la comunità si prepara a festeggiare la solennità del 4 ottobre, festa di San Francesco d'Assisi: domenica scorsa è iniziata la novena (18.10 i giorni feriali, 18.40 i festivi) in preparazione alla solennità di martedì prossimo.

Per l'occasione sarà presente in città padre Salvatore Sanna, il ministro provinciale dell'Ordine dei frati minori conventuali. Sarà lui a concelebrare la messa (alle 19) presieduta dal vescovo, monsignor Giovanni Paolo Zedda.
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