Dando appoggio al regime di Assad contro i ribelli, la Russia è "complice dei crimini di guerra commessi in Siria".

Ad accusare Mosca, dai banchi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sono stati i rappresentanti di Stati Uniti, Francia e Regno Unito.

Durissimo il giudizio di Samantha Power, ambasciatrice di Washington al Palazzo di Vetro: "Quello che Mosca sta sponsorizzando in Siria non è lotta al terrorismo, bensì barbarie".

Sulla stessa lunghezza d'onda, il portavoce di Londra, Matthew Rycroft, che ha puntato il dito sui sanguinosi raid nell'aerea di Aleppo: "Bombe anti-bunker, adatte a distruggere le installazioni militari, stanno ora devastando case, decimando rifugi, ferendo e uccidendo decine di civili", ha detto l'ambasciatore inglese, aggiungendo: "È difficile negare che la Russia stia collaborando con il regime siriano nel commettere crimini di guerra".

D'accordo anche il francese François Delattre: "Questi crimini non devono rimanere impuniti", ha detto, spiegando che "Aleppo rischia di diventare un'altra Srebrenica o un'altra Guernica".

LA REPLICA DI MOSCA - Non si è fatta attendere la replica del Cremlino. Secondo il portavoce Dmitri Peskov, "la retorica sulla Siria utilizzata dagli incaricati britannici e statunitensi alle Nazioni unite è inaccettabile" e può "causare enorme danno al processo di soluzione e alle nostre relazioni bilaterali".

"Finora - ha rimarcato ancora Peskov - non è stata rilevata separazione della cosiddetta opposizione moderata dalle organizzazioni terroristiche".
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