Complici consapevoli, e ben remunerati, di una banda sardo ungherese di hacker o vittime di una delle più grosse truffe informatiche mai messe a segno in Sardegna?

È la domanda che sta dentro l'avviso di concluse indagini del pm di Cagliari, Diana Lecca, notificato a 22 persone: imprenditori, ristoratori e commercianti di Olbia, Alghero, Porto Cervo e Arzachena, accusati di avere favorito la "stangata" informatica internazionale organizzata dal sassarese Francesco Baingio Douglas Fadda con la collaborazione di un hacker russo.

Negli atti delle indagini su circa 3000 transazioni che hanno svuotato i conti di ignari clienti di compagnie come American Express, Western Union e Moneygram, ci sono le storie di persone che oggi risultano essere complici della banda, attiva sino alla fine del 2014, ma che potrebbero essere anche loro vittime degli hacker.

I 22 indagati, infatti, sono finiti dentro l'Operazione Carder perché nei pos delle loro attività ci sono le tracce delle strisciate lasciate dalle carte di credito clonate dalla gang guidata da Fadda, composta da alcuni olbiesi e da una ungherese, tutti arrestati nel gennaio 2015.
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