Abito talare e grembiule massonico. L'abbinamento è esplosivo. Come il dossier che circola tra Curia e Vaticano che, per ora, avrebbe fatto saltare il posto di don Giancarlo Dessì nella parrocchia di Mandas.

All'interno c'è un documento che, se vero, dimostrerebbe la sua affiliazione alla Gran Loggia Italiana. E anche alcune foto: il sacerdote compare in un gruppo di fratelli liberi muratori.

Falsi creati ad arte perché è in atto un complotto, sostiene il sacerdote sdegnato: «È un ignobile ricatto. C'è una regia in questa campagna denigratoria contro di me», sostiene don Dessì, che si sfoga dopo una richiesta di informazioni affermando che «questa situazione mi sa tanto di stalking. La ragione è che il regista di tutto mi vuole far andare via da qui».

Liquida le immagini come «fotomontaggi che lasciano il tempo che trovano, come i si dice . Attaccare così una persona tranquilla come me è ignobile». Assicura che ad acque calme «affronteremo il tema».
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