Sono passati 36 anni dalla strage di Ustica, ossia da quando, il 27 giugno 1980, il DC-9 dell'Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, cadde in mare per motivi mai del tutto chiariti; 81 persone persero la vita.

Oggi a Bologna si svolge una cerimonia in ricordo delle vittime alla quale hanno partecipato i familiari: ''Non siete soli, non vi lasceremo soli - ha detto il sindaco della città, Virginio Merola - sono certo che il nuovo Consiglio comunale terrà questa come una priorità: l'impegno per la verità che porteremo avanti, lottando insieme a voi, perché ci sia piena verità e giustizia''.

Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha inviato un messaggio al primo cittadino: "'In occasione del 36esimo anniversario della strage di Ustica, desidero esprimere la mia più sentita vicinanza ai familiari delle vittime. Il dolore per la perdita di quelle 81 vite umane è ancora grande, così come la sofferenza di chi è rimasto e continua a battersi perché su questa drammatica vicenda sia fatta finalmente luce".

Ustica, 36 anni fa la strage: ancora in cerca della verità
Ustica, 36 anni fa la strage: ancora in cerca della verità
Ustica, 36 anni fa la strage: ancora in cerca della verità
I resti del Dc 9 Itavia al Museo della memoria di Ustica a Bologna
I resti del Dc 9 Itavia al Museo della memoria di Ustica a Bologna
I resti del Dc 9 Itavia al Museo della memoria di Ustica a Bologna
Ciò che è stato recuperato del Dc 9
Ciò che è stato recuperato del Dc 9
Ciò che è stato recuperato del Dc 9
Il carrello del velivolo
Il carrello del velivolo
Il carrello del velivolo
Alcuni documenti e oggetti recuperati
Alcuni documenti e oggetti recuperati
Alcuni documenti e oggetti recuperati
L'ala del Dc 9 e ciò che rimane dell'aereo
L'ala del Dc 9 e ciò che rimane dell'aereo
L'ala del Dc 9 e ciò che rimane dell'aereo
La prima pagina de L'Unione Sarda del 29 giugno 1980
La prima pagina de L'Unione Sarda del 29 giugno 1980
La prima pagina de L'Unione Sarda del 29 giugno 1980

Anche il presidente del Senato Pietro Grasso ha fatto recapitare una lettera a Daria Bonfietti, a capo dell'Associazione parenti delle vittime: "Il 27 giugno - scrive Grasso - richiama alla memoria collettiva del nostro Paese una sofferenza mai sopita. Allo stesso tempo questa ricorrenza ci impone di riflettere sulla nostra capacità di affrontare un passato doloroso e oscuro del quale non abbiamo purtroppo piena contezza".

E ancora: "Ci scoprimmo fragili, incapaci di opporci ad una escalation di violenza i cui esiti erano incerti. Superammo quella terribile stagione perché le forze migliori del nostro Paese seppero unirsi nel comune obiettivo di difendere la democrazia che avevamo faticosamente conquistato con la Resistenza. Non per questo, però, possiamo considerarci soddisfatti".

Ieri alla Bonfietti era giunto un telegramma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un appello per la ricerca della verità: "A questa domanda devono corrispondere, con serietà e dedizione, le istituzioni nazionali e quelle estere chiamate a collaborare, perché le nostre democrazie si fondano su valori e diritti che non possono sottrarsi al criterio della verità", ha scritto il capo dello Stato.

Ma una certa amarezza è stata espressa da Anthony De Lisi, fratello di Elvira De Lisi e zio di Alessandra Parisi, morte nella strage: "Dopo 36 anni ancora il nostro Stato promette verità, ma la realtà è che nessun governo si è mai vergognato. Con gli anni il dolore si è mescolato alla rabbia, poi sono arrivati rabbia e disgusto". "Forse i miei figli - ha aggiunto - potranno vedere una verità processuale, ma cosa è realmente successo credo che non si saprà mai, perché ci sono troppi interessi internazionali in ballo. Penso che il segreto di Stato durerà per sempre".
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