Diciannove ragazze di religione yazida sono state bruciate vive da miliziani dello Stato islamico.

Le giovani si erano rifiutate di avere rapporti sessuali con gli jihadisti della provincia irachena di Mosul, da quasi due anni occupata dall'Isis.

Rapite per essere usate come schiavi sessuali, erano state rinchiuse in gabbie di ferro, dove è stato appiccato il fuoco, davanti a centinaia di persone.

"Sono state punite per essersi rifiutate di fare sesso con i militanti", ha detto l'attivista locale Abdullah al-Malla al sito "Aranews".

E un altro testimone ha confermato: "Le 19 ragazze sono state arse vive, mentre centinaia di persone guardavano. Nessuno ha potuto fare nulla per salvarle".
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