"Non possiamo correre il rischio di buttar via un tesoro. Questo è un patrimonio prezioso che deve ancora diventare una ricchezza per il paese e il territorio", avvisa Mariano Carta, sindaco di Perdasdefogu, e la sua voce rimbomba negli stanzoni desolati dei laboratori del Parco Genos, tra file di macchinari con la spina staccata e le macchie di umidità nel soffitto.

È qui la biobanca che custodisce (alla temperatura costante di -80°) i campioni di sangue e Dna di 15 mila ogliastrini, lo scrigno di informazioni più prezioso al mondo sulla prevenzione delle malattie e sul mistero della lunga vita. Un patrimonio a rischio, anche davanti a problemi come l’elettricità che salta, il che succede spesso e, se l’unica dipendente rimasta sta allerta giorno e notte, succede che alle volte venga mobilitato pure il sindaco.

Il sogno è far ripartire qui, in Ogliastra, la ricerca genetica che in queste stanze si è interrotta tra il 2010 e il 2011, quando già arrivavano i primi contraccolpi dei guai di Shardna, la società venduta nel 2009 da Renato Soru alla Fondazione San Raffaele e poi fallita nel 2012. I laboratori per la ricerca genetica, in questa terra di gente inossidabile, "potrebbero essere senz’altro uno straordinario veicolo di promozione".

È quel che dice pure Pier Giorgio Lorrai, azionista di maggioranza nonché presidente di Parco Genos. "È il nostro sogno - confida -: riorganizzare la squadra di tecnici e biologi e riportare vita dentro questi laboratori".

E magari, dice, "anche la Regione potrebbe fare tanto".
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