Senza clamori, né pubblicità, secondo il deputato di Unidos Mauro Pili, l’Igea (società in house della Regione che gestisce l’ingente patrimonio minerario isolano) ha predisposto «un bando segreto» per mettere in vendita una bella fetta di Sardegna. Ossia immobili un tempo di prestigio e migliaia di ettari di costa, per un valore stimato di 8 milioni circa di euro: tesori di un’epopea mineraria mai valorizzata e incantevoli meraviglie paesaggistiche frazionate per lotti (55) che andranno all’asta, al miglior offerente, dal 27 luglio al 10 agosto. «Ogni interessato può presentare una sola domanda per lotto», entro il prossimo 25 luglio. É quello che si legge sull’avviso di gara di cui nessuno, ha denunciato oggi Pili che lo ha poi diffuso, sapeva nulla. «Poco o per nulla pubblicizzato - contesta il deputato - che per 8 milioni di euro la Regione stia svendendo mezza Sardegna».

All’asta ci sono decine e decine di angoli suggestivi - dalle coste mozzafiato di Arbus, Buggerru e Nebida fino a quelle di Carloforte, sull’isola di San Pietro - per centinaia di ettari di dolci vallate che declinano verso l’azzurro mare, intrise dai profumi di lentisco e ingentilite dalle bionde ginestre, dove non è raro imbattersi in vecchi villaggi minerari, come quello di Normann (a Gonnesa) in vendita per qualche migliaio di euro. Ma sul bando Igea ci sono altri angoli di Sardegna pronti per essere acquistati: «Si tratta di migliaia di ettari di terreni, molti dei quali edificabili e con vista sul mare messi in vendita per fare cassa attraverso un'operazione segreta che non è stata comunicata in alcun modo dalla Regione. Il bando - spiega Pili - lo si può rintracciare solo sulla pagina web del comune di Carloforte, l’unico ad averlo pubblicato dopo che l’Igea lo ha diramato agli amministratori dove si svolgeranno le vendite». Immobili dislocati nei Comuni di Arbus, Buggerru, Carloforte, Gonnesa, Guspini, Iglesias e San Gavino: «È evidente che su questa operazione si allunga l’ombra della possibile speculazione, proprio per la segretezza con la quale è stata gestita. Bene avrebbe fatto la Regione ad attuare il piano organico di sviluppo dei siti e delle aree minerarie predisposto nel 1997 dal Comune di Iglesias, agendo così con una logica di trasparenza e lungimiranza. Queste operazioni a cui ci opponiamo con forza - conclude Pili - sono la dimostrazione di una classe politica spregiudicata e senza idee».
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