La conferma è arrivata dal Copasir: sono stati liberati gli altri due ostaggi italiani rapiti nel luglio scorso insieme al tecnico di Capoterra Fausto Piano e al collega Salvatore Failla, uccisi mercoledì durante una sparatoria a Sabrata, in Libia.

Le condizioni di salute di Filippo Calcagno e Gino Pollicardo - questi i nomi dei due sopravvissuti - sarebbero buone. Entrambi sono in mano alla polizia locale.

"Sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia", si legge sulla pagina Facebook dell'organo di stampa libico Sabratha Media Center, che pubblica anche una foto che ritrae i due dipendenti italiani della Bonatti, rapiti nel luglio scorso in Libia.

I due tecnici si sarebbero liberati da soli dopo essere riusciti a sfondare la porta della casa in un cui erano tenuti prigionieri nella parte nord-ovest della città libica, a diversi chilometro dal punto in cui è accaduta la sparatoria in cui sono morti Piano e Failla.

Sempre stando ad alcuni media locali Calcagno e Pollicardo sarebbero rimasti negli ultimi sette giorni senza acqua né cibo, nella cantina di alcune persone di origine marocchina, che sarebbe state fermate e interrogate dalla polizia libica.

"VOGLIAMO CHIAREZZA" - Intanto dopo i familiari di Fausto Piano, che hanno avuto la sensazione di essere stati abbandonati dallo Stato, anche i parenti di Salvatore Failla fanno sentire la loro voce attraverso una dichiarazione del loro legale Francesco Caroleo Grimaldi in cui chiedono che "dopo tante reticenze, segreti e misteri si spieghi come è stato possibile che appena ventiquattro ore dopo la morte di Salvatore Failla e Fausto Piano siano stati liberati gli altri due connazionali".

"Al di là della bella notizia legata alla loro liberazione -sottolinea Caroleo Grimaldi - la famiglia Failla vuole vederci chiaro in questa vicenda e qualcuno dovrà pur darle delle risposte. Fino ad ora la famiglia Failla è stata zitta ma adesso farà sentire le sue ragioni in tutte le sedi. Per questo motivo verrà nominato un consulente tecnico che possa prendere parte all'accertamento medico-legale disposto dalla Procura di Roma quando saranno riportate in Italia le salme".

LA MORTE DI PIANO E FAILLA - Resta sul tavolo l'ipotesi che Fausto Piano e Salvatore Failla siano stati vittime di una vera e propria esecuzione.

Una versione che dovrà essere verificata, proprio come quella diffusa ieri mattina secondo la quale i due dipendenti della Bonatti spa, una ditta di Parma, erano stati usati come scudi umani dai jihadisti durante un conflitto a fuoco con le milizie fedeli al Governo di Tripoli.

DUBBI E MISTERI - Le indagini su quanto accaduto sono però ancora all'inizio e dirimere l'ingarbugliata matassa non sarà semplice.

Anche perché una fonte vicina al Consiglio municipale di Sabrata ha smentito che ci siano legami tra gli estremisti legati al sedicente Stato islamico (Is o Daesh) e i rapitori di Fausto Piano e Salvatore Failla.

"Finora non vi è alcuna prova di una collaborazione tra il gruppo criminale (responsabile del rapimento) e il Daesh", ha riferito la fonte interpellata dal sito 'Libya News 24', ricordando che quell'area è nota per essere una zona franca per bande criminali e per trafficanti di essere umani.

La fonte ha dichiarato inoltre che "l'uccisione dei due italiani è stata dovuta a un scontro a fuoco avvenuto mentre i rapitori, a bordo di due veicoli, tentavano di trasferirli in una zona sicura", temendo "una escalation" delle violenze tra le milizie locali e jihadisti dell'Is.

PIGLIARU A CAPOTERRA - Oggi infine il governatore Francesco Pigliaru ha incontrato il sindaco di Capoterra Francesco Dessì per esprimere all'intera comunità il cordoglio dei sardi. Pigliaru avrebbe anche voluto incontrare i parenti di Fausto Piano, che sono però ancora troppo scossi per ricevere visite istituzionali e si sono comprensibilmente chiusi nel loro dolore.
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