Delitto Macchi: "Indagate don Sotgiu per falsa testimonianza"
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È stato riascolato ieri dalla Procura di Varese, don Giuseppe Sotgiu, il sarcedote che aveva testimoniato nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Lidia Macchi, la studentessa 18enne uccisa a Cittiglio, nel varesotto, nel gennaio 1987.
Delitto rimasto a lungo impunito, giunto a una svolta dopo quasi trent'anni con l'arresto di un compagno di liceo della ragazza, Stefano Binda, finito in manette il 15 gennaio scorso con l'accusa di omicidio.
Il prete, di lontane origini sarde, sarebbe entrato nell'inchiesta perché all'epoca dei fatti avrebbe fornito un alibi a Binda dichiarando che al momento dell'omicidio il giovane si trovasse altrove per un seminario con Cl (comunione e liberazione).
Se Binda è l'omicida è chiaro che quell'affermazione, a distanza di anni non più confermata da don Sotgiu perché "non posso certo ricordare", sia da ritenersi falsa.
Infatti il gip di Varese, dopo averlo risentito ieri, ha chiesto alla Procura di valutare l'ipotesi di reato di falsa testimonianza.