Si va avanti a forza di impegni. L'ultimo è quello che Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha ribadito questo pomeriggio ai rappresentanti dei lavoratori arrivati nella Capitale per sollecitare una definizione della vertenza Alcoa.

In sintesi: presentare entro febbraio a Glencore (una delle società, la più accreditata, a rilevare la fabbrica di alluminio primario) la proposta di accordo bilaterale con un gestore disposto a garantire costi energetici che più si avvicinino a quelli indicati nel "memorandum of understanding" predisposto nel novembre scorso, con una media per 10 anni al di sotto dei 30 euro/MW.

Ma tale proposta è ancora in fase di elaborazione e i lavoratori dello stabilimento - fermo ormai da 3 anni - rientrano in Sardegna con un mix di sentimenti in cui a prevalere è la preoccupazione.

Per il 7 marzo c'è un nuovo appuntamento, già fissato, al Mise per fare il punto definitivo sulla trattativa con Glencore. "Da questa ennesima trasferta non ci aspettavamo la comunicazione della risoluzione della vertenza - premette Angelo Diciotti, Cub, il sindacato che ha organizzato la manifestazione insieme a Cgil, Cisl e Uil - ma nel nostro stato d'animo prevale la delusione perché stiamo parlando ancora di impegni. E quando gli impegni si dilungano, così come sta succedendo, rischiano di diventare sempre meno credibili in assenza di elementi concreti".

Che i lavoratori siano logorati dalle attese, lo dimostra anche il malessere che ha colpito - nel primo pomeriggio, ad incontro in corso - uno dei duecento impegnati nel sit-in davanti Palazzo Chigi. Ricoverato per accertamenti, è stato dimesso in serata: tensione e stanchezza, probabilmente, la causa del malore.

"Il Governo ha reso ufficiali alcuni percorsi che si stanno mettendo in campo per concludere questo lungo percorso - riferisce Daniela Piras, Uilm-Uil - gli strumenti, legati alla disponibilità energetica, ci sono e sono quelli previsti dalla legge. Sia chiaro che tutta la responsabilità sulle sorti della fabbrica e sulla strategicità dell'alluminio in Italia è in capo al Governo stesso".

E Rino Barca (Fsm-Cisl) aggiunge: "I dieci anni sembrano acquisiti, ora resta da fare l'ultimo passo relativo al prezzo da proporre a Glencore in un incontro che dovrebbe svolgersi la settimana prossima. Rientriamo a casa con fare guardingo e ci aspettiamo un epilogo anche prima del 7". Roberto Forresu e Bruno Usai (Fiom-Cgil) rimarcano che il momento è molto delicato "ma da quanto ci è stato riferito, la proposta in campo energetico è molto vicina a quelle dell'accordo di novembre e questo dovrà costringere Glencore a dire cosa intende fare".

Dura la presa di posizione di Piergiorgio Piu, vice segretario dell'Ugl: "La misura è colma e il Governo deve decidere una volta per tutte sul problema energetico. Siamo stanchi delle prese in giro del Governo e dei politici di turno". All'incontro con De Vincenti era presente anche il presidente della Regione: "Insieme al Governo - è il commento di Francesco Pigliaru - stiamo lavorando per poter fare una proposta chiara e definitiva agli investitori interessanti alla ripartenza dello stabilimento". Il deputato Emanuele Cani (Pd) si dichiara fiducioso e parla di "ulteriore passo avanti del programma di valorizzazione e rilancio già contenuto nella risoluzione sulla filiera dell'alluminio"; come pure il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, presente alla manifestazione dei lavoratori.
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