Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge per il salvataggio di quattro istituti di credito: Popolare dell'Etruria, banca Marche, CariChieti e Carife.

In sostanza il progetto dovrebbe prevedere la creazione di quattro 'bridge bank' (banche-ponte), che conterranno le parti buone e saranno controllate dal Fondo di risoluzione, e la creazione di una bad bank, dove confluiranno i crediti deteriorati.

L'operazione segue le indicazioni della direttiva Brrd, recepita con il decreto legislativo entrato in vigore lo scorso martedì, e ha bisogno dell'ok di Bruxelles. Fino a oggi le proposte presentate dall'Italia all'Europa sono state respinte, ma finalmente si è arrivati a trovare la soluzione che sarà tradotta nel decreto legge.

Le risorse necessarie per salvare gli istituti di credito (che si dovrebbero avvicinare a 4 miliardi di euro) verranno in parte anticipate dal Fondo di risoluzione attraverso due linee di credito: una di lungo termine e l'altra a breve termine.

Da quest'ultima dovrebbero arrivare circa 2 miliardi di euro, da erogare entro fine anno. Servono quindi risorse aggiuntive rispetto ai 500 milioni di fondi, che nel 2015 sono attesi dalle banche non Bcc.

All'appello mancano 1,5 miliardi di euro, che potrebbero arrivare attraverso la richiesta di 3 annualità straordinarie, per un totale di 2 miliardi di euro. Il maggiore onere che le banche dovrebbero affrontare potrebbe essere 'alleggerito' con delle agevolazioni fiscali.
© Riproduzione riservata