Pubblichiamo oggi la lettera aperta indirizzata al sindaco di di Quartu Sant'Elena, da parte dei residenti di una zona periferica della città dove si vive col terrore degli incendi, tanto è trascurata e completamente invasa da erbacce alte quanto le case.

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"Caro sindaco di Quartu Sant’Elena,

sappiamo che i problemi della città che lei amministra sono vari e numerosi, ma non dovrebbe guardare ai suoi concittadini in modo strabico e parziale. Potrebbe venire a fare un giro in via Pardinixeddu per rendersi conto della situazione di degrado in cui vivono decine di famiglie con bambini, anziani e in molte occasioni disabili. Perché chi abita qui non è certo ricco o benestante, è colui che ha trovato, in un pezzo di terra magari ereditata, l’alternativa alla strada, costruendosi una modesta casa con tanti sacrifici e privazioni.

In questo momento non le chiediamo di venire ad asfaltare le nostre strade - bianche e polverose d’estate o da percorrere con il salvagente d’inverno – né le chiediamo di tappare le buche dove sprofondano le ruote dei nostri motorini, biciclette e perfino delle macchine, unici mezzi di trasporto dato che non siamo degni di avere neppure una fermata d’autobus per raggiungere la città. Né le chiediamo di rimuovere o far rimuovere il grosso cartello blu all’imbocco della nostra via, che toglie la visuale a chi si immette sulla 554, costretto a sporgersi fino a metà carreggiata per vedere se arrivano macchine col costante rischio di essere falciati. E di incidenti mortali ne abbiamo già registrati, in questo tratto di 554.

Una discarica adiacente la via Pardinixeddu
Una discarica adiacente la via Pardinixeddu
Una discarica adiacente la via Pardinixeddu

Di questo ed altro, segnalato anche ai suoi predecessori in occasione delle passerelle elettorali sulla nostra via con tante promesse e con nostre lettere rimaste inevase, vorremmo che si occupasse.

Ma in questo momento le sottoponiamo un’altrettanta e forse più pericolosa situazione cui andrebbe prestata urgente attenzione: quella degli incendi. Tutt’intorno alle nostre case, un tempo nate in modo disordinato ma poi sanate con tanto di oneri di urbanizzazione versati alle casse comunali che nulla hanno urbanizzato, sorgono distese di sterpaglie pronte a incendiarsi. Basta una scintilla anche casuale, non certo per dolo da parte di chi abita in questa zona dimenticata da dio, ma anche per un cerino o per autocombustione. Sarebbe una strage. Altro che il rogo di Portogallo con decine di vittime, altro che i 70 morti del grattacielo di Manchester.

Se nessuno interverrà, anche qui faremo la fine dei topi in trappola. E queste eventuali vittime rimarranno sulla coscienza di chi nulla ha fatto per impedirlo.

Lei signor sindaco non lo saprà, ma ogni estate siamo a questo punto; ogni estate intervengono i vigili del fuoco chiamati da noi che stiamo sempre all’erta e facciamo in modo che un piccolo incendio non diventi un rogo; ma se accade la notte, chi si accorgerà in tempo dell’incendio che avvolgerà le case e chi le abita?

Il problema della siccità sarà una delle cause per cui il rischio sarà più concreto che mai, mentre sarebbe molto più semplice prevenire, mandando qualcuno a pulire, estirpare, rasare e ripulire cunette e aree infestate di erbacce secche, rifiuti vari e sporcizia in cui si annidano perfino zecche e bisce e altro. Le ricordo che ci sono state vittime anche a causa di un morso di zecca.

Cosa aspetta, gentilissimo signor sindaco, a fare una passeggiata a piedi dalle nostre parti per capire se questa richiesta non sia da prendere immediatamente in considerazione".

I residenti di via Pardinixeddu

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