Scarti industriali, residui da costruzione e demolizione, metalli, tessili, pneumatici fuori uso. Il ciclo illegale dei rifiuti, dal traffico allo smaltimento abusivo, è l'ambito più rappresentato tra gli illeciti che portano la Sardegna all'ottavo posto della classifica nazionale per numero di reati contro l’ambiente dopo regioni afflitte dal peso della criminalità organizzata come Campania, Sicilia, Puglia, Calabria (dove si concentra il 44% dei 30.590 reati accertati in Italia nel 2021), e poi Lazio, Toscana e Lombardia.

Il report di Legambiente

Il report Ecomafia 2022 di Legambiente racconta il lato oscuro dell'Isola paradiso delle vacanze che tra l'altro aspira a un futuro all'insegna dell'ecosostenibilità. Una terra che conta vaste aree inquinate (e non bonificate), e che - tra discariche, traffici e incendi - ogni anno finisce per pagare un altro conto salato sul fronte della difesa dell'ambiente. Lo studio di Legambiente - elaborato sui report del lavoro delle forze dell’ordine e delle capitanerie di porto - rileva che nel 2021 i reati ambientali accertati nell’Isola sono stati 1.387 con 1.110 denunce, 6 arresti e 281 sequestri. L’ambito più rappresentato (359 illeciti e 385 persone denunciate) è quello del ciclo illegale dei rifiuti, dal traffico allo smaltimento abusivo. L'inchiesta della Dda di Cagliari che, con i carabinieri del Noe, un anno fa ha chiuso il cerchio (nove gli indagati) sullo stoccaggio illegale tra Villagrande e Macchiareddu di scarti tessili provenienti da un'azienda di Prato - è stata quella che ha avuto più eco sulla stampa, ma ogni giorno le forze dell'ordine lavorano sul fronte della tutela ambientale.

Beni archeologici

Gli altri ecoreati più sanzionati in Sardegna riguardano il ciclo del cemento (345 reati e 243 denunciati), dalle cave illegali all’abusivismo edilizio; gli incendi (293 reati e 82 denunce), con l’Isola terza regione in Italia per superficie boscata ridotta in cenere; i reati contro la fauna (271 e 221 denunce), e i furti di beni archeologici. Su quest’ultima filiera, la Sardegna è stata nel 2021 la seconda regione in Italia dopo il Lazio per numero di reati: 99 (mentre nel 2020 i raid accertati furono 15), con 167 denunciati (in Lazio, 103 reati e 162 denunce).

La terra violata

Spicca il terzo posto della Sardegna, quanto a ettari ridotti in cenere, nella classifica nazionale degli incendi dolosi e colposi. E nella graduatoria provinciale dei territori per numero di incendi, Nuoro e Sassari occupano rispettivamente il sedicesimo posto (91) e il diciassettesimo. Poco meno di 20mila gli ettari bruciati nell’Isola nel 2021, un pezzo di terra sofferente che va ad aggiungersi - fino a quando la natura non riparerà i danni, sempre che gliene si dia il tempo - alla mappa dell’Isola in nero: boschi, pascoli, campi, distese di macchia mediterranea attraversati dal fuoco. Dal 2005, sono circa 260mila gli ettari bruciati nella nostra regione. Capita, è vero, che il fuoco venga appiccato laddove è già passato una volta, ma questo non cambia la misura del disastro. Numeri spaventosi se si pensa che tanta di questa terra dolorante non riesce a riprendersi, incrementando così anno dopo anno la desertificazione e il conseguente rischio di alluvioni.

La mappa delle province

Sassari, con 1.555 reati accertati nel quinquiennio 2017-2021, è in Sardegna la provincia (con Olbia-Tempio) dove l’illegalità ambientale è più presente. Numeri che la collocano al ventesimo posto in Italia nella classifica generale delle province per i reati ambientali e addirittura all’undicesimo per l’abusivismo edilizio e il ciclo illegale del cemento. Cagliari è invece prima nell’Isola per i reati del ciclo dei rifiuti e per quelli contro la fauna, come il bracconaggio. Reati, questi ultimi, che collocano la Sardegna al dodicesimo posto tra le regioni italiane.

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