Una soluzione difficile da trovare. Perché accontentare i giovani che vogliono divertirsi e trascorrere qualche ora in compagnia e in allegria, facendo lavorare i locali e i ristoranti anche in chiave turistica (soprattutto nei mesi primaverili ed estivi) e garantire le condizioni per un giusto risposo ai residenti è una combinazione molto complicata. Qualcuno alla fine resterà sempre scontento. E polemizzerà. È il capitolo movida, o malamovida (quando nelle strade del centro storico di Cagliari avvengono fatti spiacevoli o addirittura di sangue), sempre al centro delle cronache, delle polemiche e delle proteste.

Da una parte ci sono gli abitanti. Organizzati in vari comitati, chiedono il rispetto delle regole e che vengano fatte rispettare ordinanze e leggi. Così da poter vivere nelle loro case, nei quartieri in particolare della Marina e di Stampace, senza dover ogni notte chiamare le forze dell’ordine per chiedere l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri e della Polizia. Spesso, è una delle denunce che viene ribadita dai residenti, il caos nelle strade e nelle piazze va avanti fino a notte fonda. Ci sono soprattutto gruppi di ubriachi che oltre al chiasso possono diventare pericolosi. Da qui la percezione di insicurezza, il timore anche di rientrare nella propria abitazione. E i fatti di cronaca ci sono stati: molestie, risse, danneggiamenti, scippi, rapinette e anche aggressioni finite nel sangue. “I numeri sono bassi”, ha ribadito il questore di Cagliari, Paolo Rossi. «I reati non sono molti e quelli gravi sono pochissimi e potrebbero avvenire in qualsiasi parte della città e a qualsiasi ora perché non sono prevedibili perché frutto di azioni spesso di ubriachi». Proprio l’alcol è uno dei problemi principali. Nel fine settimana i ragazzini, anche minorenni, consumano alcolici già dalle prime ore del pomeriggio. Il degrado poi è sotto gli occhi di tutto. E ci possono essere anche episodi di violenza. Così come avviene in piena notte quando in giro rimangono i più grandi, anche loro con molto alcol in corpo. Sotto accusa i controlli, pochi secondo i residenti, nei market che vendono alcolici e anche le verifiche sul rispetto delle ordinanze comunali sugli orari di vendita degli alcolici e per il consumo in strada.

Dall’altra parte ci sono i titolari delle attività: ristornati, pub, locali notturni e bar che forniscono un servizio ai giovani e che producono buste paga. E che sono un punto di riferimento anche per i turisti. Molti rispettano le regole, altri un po’ meno (e vengono sanzionati, come avviene per le concessioni del suolo pubblico). Non possono però occuparsi dei clienti che una volta andati via chiacchierano ad alta voce o, se troppo alticci, iniziano discussioni che possono degenerare in risse.

13 01 24 cagliari quartiere marina controlli delle forze dell'ordine - foto giuseppe ungari
13 01 24 cagliari quartiere marina controlli delle forze dell'ordine - foto giuseppe ungari
13 01 24 cagliari quartiere marina controlli delle forze dell'ordine - foto giuseppe ungari

In mezzo ci sono le forze dell’ordine. Il venerdì e il sabato ci sono quasi sempre dei servizi di prevenzione per controllare le strade interessate dalla movida. Il più delle volte quando ci sono le pattuglie di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Municipale non succede nulla o quasi. I problemi possono nascere quando terminano i controlli, dopo le 2 di notte, come avvenuto la notte di Capodanno con l’accoltellamento di un giovane (per fortuna sopravvissuto all’aggressione). In questi casi subentra la parte delle indagini e della repressione. Anche perché le pattuglie della squadra volante e del nucleo radiomobile sono comunque operative per tutto il giorno.

«Non possiamo militarizzare un rione o il centro storico», è quanto ha ripetuto il questore di Cagliari. Che ha sempre aggiunto: «La questione non è solo di competenza delle forze dell’ordine che si occupano di ordine pubblico e sicurezza. La movida che diventa malamovida è anche e soprattutto educazione, rispetto delle regole e convivenza. Entrano in gioco dunque la altre istituzioni». Argomento complicato insomma discusso più volte in Prefettura nei comitati provinciali convocati dal prefetto di Cagliari. Che aveva anche avviato un dialogo continuo con i comitati dei residenti per osservare e discutere dell’andamento di quanto accade nel centro storico. Incontri che si sono interrotti. E gli abitanti del centro storico si sentono così un po’ più soli e abbandonati.

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