Cinque anni. Nella stagione in cui tutto cambia. I fanciulli e le fanciulle perdono le foglie dell’infanzia e fioriscono uomini, si scoprono donne. Accade in fretta, senza tempi precisi che non siano quelli della genetica. È un terremoto, in cui tutti intorno a te si affannano per rendere le cose più complesse. Bimbo-uomo, bimba-donna. Sono cinque anni, non passano mai, poi fuggono in un secondo. Per fermarli non servono steccati, basta un click. Per riflettere, vittime della meravigliosa malinconia del tempo che passa.

“Sono partito dall'idea di fotografare i ragazzi, di Villagrande Strisaili e di Villanova Strisaili, alla fine della terza media, in un preciso momento della loro vita – spiega il fotografo - Erano ritratti di ragazzi, non più bambini, nel momento in cui iniziava un nuovo percorso di vita, una maggiore indipendenza. Avrebbero lasciato la scuola media e sarebbero andati alle scuole superiori, che, tra l'altro, avrebbero frequentato in un altro paese. Il progetto prevedeva un secondo ritratto nell'anno del compimento della maggiore età”.

Lo spettatore legge la mostra seguendo l’istinto. Inquadriamo il ritratto più giovane, cerchiamo il bimbo nel ragazzo diventato adulto, poi proviamo a vestirlo di vita. Immaginiamo cosa sarà. Ci mettiamo in gioco.

Conserviamo il ricordo di noi stessi bambini, perfino quando la pelle diventa una tela di rughe. Per vivere dobbiamo passare le forche caudine. L’adolescenza inquieta, è una tenebra. È il fastidio di un baffo appena accennato sul viso implume. Di contrasti apparenti sulla stessa lavagna, di una bimba improvvisamente svelata donna. Basoccu compie questo esercizio con la leggerezza del suo carboncino in bianco e nero, lasciando intravedere il suo mestiere nella confidenza con la materia in divenire, la plastica meraviglia di un disegno a volte prevedibile, spesso inaspettato. Sguardi raccontano generazioni. Nonni e genitori, tratti conosciuti e trasmessi con i geni, le mani e le carezze. Ci racconta di una comunità che cambia, i diciottenni di un tempo sono molto diversi da quelli di oggi, erano meno interessati a fissare l’istante e più a scolpire il “per sempre”.

“I 18 anni sono un traguardo importante – prosegue Basoccu – si comincia a diventare adulti: si può esercitare il diritto di voto, si può prendere la patente, si è responsabili direttamente delle proprie azioni, anche davanti alla legge. I due ritratti, a confronto, mostrano ragazzi e ragazze, bambine e bambini. Sono la stessa persona gli anni passati ne hanno fatto una persona diversa”.

Scrive Bachisio Bandinu sul lavoro di Pietro Basoccu: “L’impresa del fotografo è il tentativo di misurare questo tempo, di rivelare la differenza attraverso il confronto delle due immagini fotografiche. Una scommessa temeraria, dato che si imbatte in due identità differenti. Ed è la qualità artistica della fotografia a rimarcare i tratti distintivi: qualcosa nella fisionomia permane, qualcosa muta radicalmente. Osservandole più attentamente si vive il gioco della rassomiglianza e del misconoscimento. Nel raffronto, per alcuni è più facile individuale una continuità fisiognomica, per altri occorre farsi cacciatore di fisionomie per un riconoscimento. Si tratta di inseguire s’aghera, l’aura, s’assimbiju”.

L’antropologo pone domande e cerca risposte a domande irrisolte. “Pietro Basoccu passa in rassegna due momenti dell’esistenza e pone un’interrogazione circa l’identità e il tempo. Si può ipotizzare che le stesse persone fotografate non si riconoscano, perché si sentono grandi

rimuovendo la sembianza infantile. E così questa rassegna fotografica pone una questione: c’è un tempo dell’orologio e un tempo personale, un tempo esterno misurato negli anni, e un tempo vissuto dentro, nel corpo e nello spirito. C’è una memoria che può ricostruire il percorso degli anni, ma c’è anche una memoria incarnata di cui non si ha piena consapevolezza, pur vivendola intensamente”.

Un passaggio, quell’attraversamento cruciale della maturità sessuale che caratterizza l’esperienza dell’intera umanità.

La mostra, a cura di Salvatore Ligios, sarà inaugurata il 22 aprile alla scuola media di Villanova Strisaili e reserà aperta fino al 20 maggio. Sarà possibile visitarla in orario scolastico.

Simone Loi

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