Emmanuel Macron non esclude «l’invio di truppe di terra in Ucraina se Mosca sfonda le linee del fronte e Kiev lo richiede».

Il presidente francese lo ha detto in un’intervista all’Economist: «In tal caso dovremmo legittimamente porci la domanda, escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni», ha affermato, ricordando che i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei all’Ucraina salvo poi cambiare idea.

Macron il 26 febbraio scorso ha dichiarato per la prima volta che esiste la possibilità di inviare truppe di terra, in quel caso parlò di «invio di truppe occidentali che non può essere escluso».

«Abbiamo senza dubbio esitato troppo mettendo dei limiti alla nostra azione verso qualcuno che non ne ha più ed è l’aggressore», ha ribadito oggi. «Io ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vince in Ucraina, noi non avremo più sicurezza in Europa. Chi può affermare che la Russia si fermerà lì? Quale sicurezza per gli altri paesi vicini, la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania, e tanti altri? E ancora, quale credibilità per gli europei che avrebbero speso miliardi, che avrebbero detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non si sarebbero concessi poi gli strumenti per fermare la Russia? Quindi, sì, non dobbiamo escludere niente».

Non si è fatta attendere la replica, ironica, di Mosca, arrivata per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: «Le dichiarazioni di Macron sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, questo è il suo ciclo».

Categorica la risposta di Matteo Salvini sui social: «Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così».

(Unioneonline/L)

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