Che fine hanno fatto Frank Morris e John e Clarence Anglin dopo che, la notte dell’11 giugno del 1962, fuggirono, tra i pochi nella storia, dal carcere di Alcatraz?

A 60 anni dalla chiusura di quel penitenziario il mistero torna di attualità e alimenta ipotesi suggestive che nessuno ha mai saputo, né tanto meno potrà farlo oggi, risolvere.

In ogni caso vale la pena di ripercorrere quella storia che, come tutte le grandi evasioni, ha ispirato – in questo caso in modo magistrale – il mondo del cinema.

Morris e i fratelli Anglin avevano una passione comune: rapinare le banche. Il primo era entrato ad Alcatraz dopo otto evasioni da altrettante carceri, finite sempre con una cattura. Una fuga, i tre l’avevano tentata assieme, ad Atlanta, fallendo. Così si ritrovarono nel penitenziario sull’isola della baia di San Francisco, ritenuto inespugnabile.

Ci arrivarono in momenti diversi: Frank era stato catturato il 18 gennaio del 1960 mentre, dopo la settima fuga della sua vita, da un carcere della Louisiana, stava commettendo l’ennesimo furto. Due giorni dopo era entrato nella cella numero 138. Nell’isola John e Clarence ci erano arrivati rispettivamente il 24 ottobre 1960 e il 10 gennaio del ’61 perché si riteneva che dopo la tentata evasione da Atlanta ci avrebbero potuto provare ancora. Finirono nel blocco B, celle 150 e 152.

Frank aveva sempre dimostrato di essere poco incline alla reclusione e molto portato per le fughe che, al netto delle successive catture, spesso gli erano riuscite. Non a caso aveva un quoziente intellettivo di 133, che all’epoca poteva vantare meno del 3% della popolazione americana. Così assieme a John, Clarence, un dirottatore di aerei, Allen West, e a Charley Puzo, un ladro d’auto, iniziò ad architettare la fuga.

Il piano è geniale: sfruttando gli effetti dell’umidità e della salsedine sulle pareti avrebbero scavato un cunicolo dietro le loro celle per arrivare all’esterno del carcere. Lo fecero giorno dopo giorno - approfittando del rumore che i detenuti facevano durante le lezioni di musica - con cucchiai modificati, un tagliaunghie, il pezzo del motore di un aspirapolvere. Ci vollero molti mesi per realizzare il cunicolo di 91 centimetri attraverso il quale, seguendo la condotta di aerazione, avrebbero raggiungo l’esterno del carcere. Un finto muro avrebbe coperto lo scavo.

Ma c’erano altre cose importanti da studiare. Una era come guadagnare tempo prima che le guardie, che facevano la ronda ogni ora, si accorgessero della loro fuga. Così pensarono di realizzare dei finti corpi con delle finte teste di cartapesta per simulare la loro presenza nel letto. Per rendere tutto credibile ogni volta che passavano dal barbiere rubavano delle ciocche di capelli con le quali avrebbero costruito delle parrucche.

Un altro passaggio difficile riguardava l’attraversamento del mare. Alcatraz era considerato un carcere sicuro soprattutto perché era in un’isola che distava due chilometri da Angel bay, il tratto di costa più vicino. Frank pensò di costruire una sorta di zattera cucendo una serie di impermeabili.

L’ora X era stata fissata per la notte dell’11 giugno del 1962. Morris e gli Anglin si introdussero nel cunicolo e raggiunsero l’esterno del carcere, Puzo aveva rinunciato da tempo, West perse molto tempo perché non riusciva a a passare dal buco che aveva creato. Quando ci riuscì i suoi compagni stavano attraversando la Baia di San Francisco. Gli agenti si accorsero della loro assenza solo la mattina successiva. Avevano avuto tutto il tempo per conquistare la libertà. O morire.

Che fine fecero? Dei loro corpi e della improbabile imbarcazione con la quale avrebbero dovuto sfidare le correnti della baia di San Francisco non mai stata è stata trovata alcuna traccia.

Diciassette anni dopo, nel 1979, l'Fbi concluse ufficialmente l’inchiesta: i tre erano senza dubbio annegati. Ma è davvero così? Alcuni nipoti dei fratelli Anglin sostennero a lungo che John e Clarence fossero in Brasile e fornirono pure una fotografia del 1975, ritenuta verosimile dagli esperti. Ma fu un grande caso mediatico e in tanti ci lucrarono. Di Frank nessuno ha detto più nulla. Infatti ancora oggi tutti e tre compaiono nella lista dei ricercati mentre degli altri 11 detenuti che tentarono la fuga nei tre decenni di vita di Alcatraz si ha la certezza che sono stati uccisi, sono annegati o sono stati catturati.

La prigione venne chiusa per sempre il 21 marzo del 1963. Oggi è un’attrazione visitata ogni anno da decine di migliaia di turisti.

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