Rimane ancora impresso il successo senza precedenti riscosso dal “Joker” di Todd Phillips nel 2019. L’adattamento d’impronta autoriale - ben distinguibile dal tono e dallo stile tipico dei cinecomic - del famosissimo personaggio DC, ricreandone il passato e i trascorsi più oscuri che lo porteranno a diventare uno dei più pericolosi villain di tutta Gotham City, ha saputo distinguersi rispetto ai suoi diretti contendenti per lo stile fortemente caratterizzante ed alcune esplicite citazioni al “Re per una notte” di Martin Scorsese, compreso il ritorno di un favoloso Robert De Niro. 

Ma ad aver conquistato il pubblico e la critica più di tutto il resto è stata l’interpretazione fuori dal comune di Joaquin Phoenix, meritevole di aver scavato a fondo nelle sofferenze e criticità del personaggio con un’aderenza e credibilità non meno impattante del lavoro compiuto in passato dagli eccezionali Jack Nicholson e Heart Ledger, valendogli il Premio Oscar come miglior attore protagonista. 

Oltre ad essere ricordato come uno dei più grandi successi al botteghino in tutta la storia della Warner Bros - superato solo di recente dal “Barbie” di Greta Gerwig - il film ha permesso a Phoenix di ricevere una visibilità senza eguali, pur considerando la lunga serie di eccellenze che vanno a comporre la sua filmografia. Ciò sarebbe avvenuto anche per aggiudicarsi il ruolo di attore principale nel “Napoleon” di Ridley Scott. 

Intervistato per conto della rivista Deadline, il filmaker dichiara di aver scelto Phoenix per impersonare il condottiero francese proprio dopo averlo apprezzato nel ruolo del clown assassino. Ma oltre al suo formidabile apporto espressivo, Scott critica l’eccessiva violenza riscontrata nella pellicola. Qui di seguito le sue precise affermazioni: 

«Sono rimasto stupefatto dalla sua recitazione in Joker. Non mi è piaciuto il modo in cui celebra la violenza, ma Joaquin è stato straordinario. Pensavo che sarebbe stato una risorsa straordinaria per Napoleon non solo dal punto di vista creativo, ma anche in senso commerciale. C'erano solo due attori che avevo in mente per il ruolo. Non menzionerò l'altro».

Altre interessanti retroscena testimoniano la rapidità di realizzazione che ha richiesto il suo ultimo progetto, girato in soli 62 giorni: «Normalmente un film come questo verrebbe girato in circa 110 giorni. Anni fa ho scoperto che otto telecamere sono otto volte più veloci. Ogni reparto deve essere in grado di tenere il passo con la mia velocità. Gli attori non vogliono ascoltare la storia della vita prima di ogni ripresa. L'ho scoperto presto. Un noto attore gallese una volta mi disse, 'Adoro quello che fai perché ti muovi così velocemente'. Devi conoscere la geometria della scena. In caso contrario, saranno le 15 prima che tu dia il primo ciak».

Il regista inglese ha anche rivelato - ospite stavolta di Total Film - che il suo nuovo kolossal verrà reso disponibile in due versioni, fra cui una director’s cut distribuita sulla piattaforma streaming Apple TV+: «Ci sto lavorando. Questa mattina aveva una durata di 4 ore e 10 minuti. E quindi, quello che accadrà è che prima verrà proiettata la versione distribuita nei cinema con Sony. Quando sarà finito il tempo previsto per la programmazione nei cinema ci sarà questa cosa perfetta che è la versione director's cut disponibile in streaming, e avremo un film da 4 ore e 10 minuti».

Rimaniamo intanto in attesa del debutto nei cinema italiani atteso per il 23 novembre, cui seguirà di sicuro un rewatch casalingo qualora il titolo dovesse soddisfare le aspettative. 

Giovanni Scanu

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