Grandi emozioni in Svizzera in occasione dell’incontro con i giovani delle scuole di Ecublens e Gland organizzato dalla LICRA (Ligue internationale contre le racisme) al quale il Comites ha invitato due rappresentanti del mondo dell’emigrazione sarda.

Per il circolo “Nuraghe” di Losanna erano presenti Luigi Masia e Roberta Pilia, in veste di “testimoni” di una storia di emigrazione che accomuna tantissime persone.

Intorno a un tavolo, gli studenti hanno ascoltato entrambe le esperienze ponendo varie domande scaturite durante il lavoro guidato in classe.

Luigi Masia ha parlato con tre ragazze e due ragazzi e quattro su cinque conoscevano personalmente la questione migratoria: uno veniva dal Salvador, una da Mosca ed è in Svizzera da 18 mesi, una ha genitori greci, un’altra è nata in Svizzera ma ha padre e madre della Martinica, e un ragazzo è di origine svizzera. Per Roberta Pilia solo una studentessa non proveniva dal mondo dell’emigrazione.

«I ragazzi – raccontano i due protagonisti - hanno ascoltato con evidente interesse le ragioni che ci hanno spinti a lasciare la Sardegna, le difficoltà degli inizi da lavoratore stagionale con la visita medica in entrata, e anche l’adattamento alla nuova situazione e all’integrazione progressiva, ponendo delle domande e interessandosi alla frequenza con cui andiamo in Sardegna, alla volontà di rientrare o meno definitivamente in terra natia».

Roberta, dal canto suo, ha raccontato di un’altra emigrazione, sicuramente più facile da un punto di vista logistico ed economico, ma non per questo meno sentita.

«È stato un incontro ricco di emozioni e sentimenti diversi arricchito dalla provenienza dei ragazzi da più parti del globo. Un grande ringraziamento deve andare, da parte nostra e del circolo “Nuraghe” agli organizzatori e agli studenti per la realizzazione di un evento che ha permesso ancora una volta di evidenziare il bell’intreccio di etnie venutosi a creare nei decenni in Svizzera, che contribuisce sicuramente a far sì che la società svizzera diventi una società del futuro “ideale”».

(Unioneonline/s.s.)

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