Dal sacro si arriva alle botte. L’immaginetta di un santo piazzata davanti alla casa di una persona a Sorso nel 2019 da un 62enne, nella ricorrenza di una processione, sarebbe all’origine di uno scontro fisico da cui è originato un procedimento per lesioni conclusosi nei giorni scorsi in tribunale a Sassari.

Tra i due uomini non correva buon sangue ma quell’ex voto viene visto forse come una provocazione da chi lo vede alla finestra. Così quando si incontrano, vicino al cimitero di Sennori, nasce una discussione con l’imputato che avrebbe pronunciato una frase di questo tenore: «Mi hai fatto l’altarino ma io non sono ancora morto».

Poi la zuffa con l’altro che sarebbe stato colpito, secondo l’imputazione, con un bastone e un calcio al volto che gli avrebbe provocato una serie di contusioni guaribili in 30 giorni. Accanendosi poi, questa l’accusa, anche con il cane del rivale raggiunto da diversi calci. Il giudice Giancosimo Mura ha disposto per l’imputato, difeso dall’avvocato Simone Pisano, la pena di sei mesi. Il legale di parte civile era invece Piero Bertolino.

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