Oltre metà dei cittadini sotto l'ombrello dell'Ascot, il progetto per assicurare l'assistenza sanitaria di base ai cittadini privi del medico di famiglia.

Oltre ai tremila assistiti da questa nuova struttura, altrettanti dal prossimo anno si aggiungeranno, creando una situazione di disagio e malcontento.

A Macomer a fine anno lascia un altro medico di famiglia, che preferisce rimanere all'Asl di Nuoro, ma svolgere un altro incarico, lasciando senza assistenza oltre mille pazienti. Altri due medici entro i primi mesi del prossimo anno lasceranno per raggiunti limiti di età, quindi collocati in pensione, affidando circa 2mila pazienti all'Ascot. Nessuno dei medici che lascia sarà sostituito, poiché non ce ne è nessuno che sembra disposto a venire a Macomer o nei paesi del Marghine.

«In ogni caso - dice Maria Giovanna Porcu, direttrice del distretto sanitario di Macomer - la Asl di Nuoro e il Distretto hanno fatto e stanno facendo ogni utile sforzo e azioni diverse per poter garantire l'assistenza di base all'intero territorio distrettuale. Tutti i pazienti che hanno perso il medico di famiglia saranno affidati alle Ascot. Purtroppo non si trovano medici disponibili a coprire l'incarico di medico di base in questo territorio, salvo qualche rarità».

L'ambulatorio Ascot di Macomer opera, con tre medici, nell'ambulatorio di viale Piemonte, che rimane aperto il lunedì dalle 8 fino alle 20, il mercoledì dalle 8 fino alle 16, il giovedì dalle 12.30 fino alle 18.30 e il venerdì dalle 9.30 fino alle 15.30. «Quella delle Ascot è l'unica soluzione praticabile, per far fronte all'emergenza - dice la vice sindaco e assessore ai servizi sociali, Maria Luisa Muzzu - è comunque una soluzione tampone, perché non c'è disponibilità di medici».

Nel Marghine le Ascot sono state avviate a Dualchi, Sindia, Noragugume, Bortigali e Lei. La situazione legata alla sanità nel Marghine rimane comunque drammatica. È impossibile fare una visita cardiologica e anche un semplice elettrocardiogramma. Così anche altri servizi, nonostante gli sforzi della Asl per poter garantire il minimo indispensabile.

«La situazione non è felice - dice Francesco Nieddu, coordinatore del comitato per la tutela della salute nel Marghine - le lunghe file d'attesa sono un dato di fatto. A questo disagio si aggiunge la mancata comunicabilità tra il Cup di Macomer con quello regionale». 

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