Non è proprio una gran sensazione sapere che è finito Succession (su Sky). Il disorientamento adesso è accentuato da un finale che non lascia molto spazio a dubbi: a meno di improbabili contorsioni della fantasia degli autori, non ci sarà una quinta serie. E forse è giusto così: il rischio di scendere anche di pochi centimetri dal livello medio infatti è altissimo. Già questa ultima stagione è stata la migliore di tutte, totalmente fuori registro nel panorama delle serie tv. Difficile da riprodurre, quindi, impossibile anche solo da pensare. Adesso che il patriarca Logan se n’è andato, ci resterà da vedere nuove serie tv magari anche molto belle, persino più belle, ma che non avranno mai quella sorta di gancio magnetico per cui davanti alla tv si veniva chiamati, anche per merito di un uso pazzesco della macchina da presa. Ci mancherà ogni singolo litigio, ogni spunto beffardo, ogni battuta impresentabile di Roman, ogni disorientamento di Tom; persino l’ineluttabile Siobhan (Shiv) a reggere l'universo femminile intero vorremo continuare a vedere. Ci mancheranno tutti. Ci mancheranno pure quelle irresistibili sfrontatezze senza la minima vergogna di Greg. Partita come dark comedy, Succession si è fin da subito elevata dal suo stereotipo di fiction romanzata sulla famiglia Murdoch per prendersi il posto che merita di serie tv più influente, riuscita e magnetica degli ultimi anni.

Se non avete mai visto Succession, allora vale la pena ricordare la trama di fondo per capire perché questa serie tv è speciale. C’è un uomo anziano, molto potente, Logan Roy, magnate dei media, a capo di un gruppo della comunicazione e dell’intrattenimento che mette insieme un’influente rete tv americana, giornali e riviste scandalistiche, cinema, ma anche parchi a tema (tipo Disney), crociere e molto altro. Logan è un personaggio che inizia a mostrare evidenti segni di declino fisico e mentale, cosa che apre lo scenario della successione da cui prende appunto il titolo la serie. Gli eredi sono quattro. Connor, che però non è mai in gara: figlio della prima moglie di Logan, è fuori dagli affari (e durante la serie si candiderà alla Casa Bianca). Gli altri tre, avuti con una nobildonna inglese sono quelli che si contendono il ruolo di capo dell’azienda: i due maschi, Kendall, fragile e ambizioso, Roman, sarcastico e irriverente; poi c’è la figlia, Shiv, che si è costruita una carriera come spin doctor ma aspira a tornare in azienda. Accanto a loro si muove una folla di altri personaggi, dal top management della Waystar RoyCo al marito di Shiv (Tom, che gioca un ruolo chiave nella stagione finale) fino al cugino Greg. In mezzo a loro, Logan Roy che non è solo una parodia del magnate Rupert Murdoch, è un personaggio con mille sfumature che nel corso della serie umilia i figli, li fa a pezzi, li mette uno contro l’altro promettendo a ciascuno che il ruolo toccherà a lui o lei. La successione ormai è avvenuta.

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