Scontro aperto sulla riforma della giustizia. A Palermo, nel corso dell’ultimo atto del congresso nazionale dell’Anm, la mozione finale, approvata per acclamazione, è un netto segnale al ministro Carlo Nordio.

«Non si tratta di una riforma cattiva», premette il presidente Giuseppe Santalucia, ma le toghe oppongono un no netto e corale alla separazione delle carriere e alla revisione del Csm: «La Costituzione non si tocca».

E Giuseppe Conte attacca frontalmente il governo: «Delegittima l’azione delle toghe e con la riforma mette in atto una svolta autoritaria che presenta assonanze con il progetto di rinascita democratica della P2».

La giustizia infiamma la campagna elettorale dunque. La vicenda ligure resta sullo sfondo, il leader M5s non la cita dal palco di Palermo ma il riferimento è evidente: «Ci sono le premesse per una nuova tangentopoli, i partiti facciano pulizia al proprio interno. Non lasciamo che siano soltanto le inchieste giudiziarie a dettare le regole».

Dal canto suo la segretaria dem Elly Schlein rivendica: «Noi i primi a prendere le distanze dalla corruzione, dall’altra parte quando viene arrestato un presidente di Regione i ministri si mettono a fare gli avvocati d’ufficio».

 Tajani: «Sulla riforma andiamo avanti, abbiamo preso un impegno con gli elettori». Quanto a Toti, le eventuali dimissioni «sono una sua scelta, credo che adesso sia prematuro».

Maurizio Molinari della Lega sottolinea l’esigenza di riformare la giustizia, «anche con un ruolo diverso del pm, che in altri Paesi risponde alle direttive del ministro». E Matteo Salvini, definendo «gravissime» le parole di Conte, lo invita a un duello televisivo sulla scorta di quello che andrà in onda a “Porta a porta” tra Elly Schlein e Giorgia Meloni.

(Unioneonline/L)

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