L’audace colpo dei soliti noti è stato sventato al 93’. Il Cagliari torna da Pescara con un pareggio dorato (1-1) e un pizzico di rammarico. Per il gol di Caprari che allo scadere ha rimontato la prodezza di Borriello (sesta in A quest’anno), ma soprattutto per aver regalato al Pescara la superiorità numerica per oltre un’ora. Nell’economia di una partita fondamentale, l’ingenuità di un giocatore “di fosforo” come Di Gennaro ha un enorme peso specifico.

Determinante, a conti fatti. Ma bisogna ricordarsi che alla vigilia il pareggio sarebbe stato accolto con favore e guardare il bicchiere mezzo pieno.

Quando ancora mancano quattro partite alla fine del girone d’andata, il Cagliari ha già più di metà salvezza in tasca, se la quota fosse quella dei 40 punti. Con venti, però, è lecito pensare che il grosso del bottino sia già incamerato, considerando che la terz’ultima ha appena otto punti.

Certo, brucia la rete subita a tempo scaduto in una delle rarissime disattenzione di una difesa eroica e nella prima e unica conclusione effettuata verso lo specchio della porta di Storari. Non che il Cagliari abbia prodotto molto di più, ma l’avvio di gara della squadra di Rastelli aveva lasciato intendere che, in undici contro undici, si sarebbe visto un altro secondo tempo, diverso dallo sterile assalto dei disperati adriatici e dalla teoria di lanci lunghi e passaggi indietro dei rossoblù.

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