Un altro fronte di tensione si apre tra Turchia e Germania in seguito all'arresto, portato a compimento lo scorso 5 luglio da parte delle autorità di Ankara, di dieci attivisti di Amnesty International, compresa la direttrice dell'associazione per i diritti umani in Turchia Idil Eser.

Il ministro degli Esteri di Berlino, Peter Gabriel, ha interrotto le ferie estive per convocare l'ambasciatore turco e chiedere il rilascio degli attivisti, in particolare il tedesco Peter Steunder.

"All'ambasciatore abbiamo detto in modo molto chiaro che gli arresti non sono ragionevoli, e gli abbiamo chiesto di riferire al governo di Ankara la nostra richiesta di un immediato rilascio", ha reso noto in un comunicato il ministero, parlando, a proposito di quello che sta avvenendo in Turchia, di una "escalation drammatica".

Gli attivisti sono stati arrestati con l'accusa di sostenere un gruppo terroristico, pur non facendone parte: dopo 12 giorni di fermo, ieri sono stati interrogati da un giudice. Quattro di loro sono stati rilasciati.

La custodia cautelare in Turchia, dove vige lo stato di emergenza, può durare fino a cinque anni.

Le tensioni tra Berlino e Ankara vanno avanti ormai da mesi: prima il divieto dei comizi in Germania in favore del referendum indetto da Erdogan, poi l'arresto del giornalista del quotidiano Bild. Ora, un altro fronte di tensione.

(Redazione Online/L)

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