Da Vladimir Putin a Papa Francesco, dai leader europei a quelli asiatici e africani, fino ad arrivare ai vertici dei colossi tecnologici della Sylicon Valley: tutti contro l'amministrazione guidata da Donald Trump, dopo l'annuncio di Washington di ritirarsi dall'intesa sul clima firmata a Parigi con l'obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti.

Un dietrofront, quello della Casa Bianca, che sta sortendo alcuni effetti immediati.

Primo: le grandi aziende Usa, e in particolare quelle californiane, hanno già annunciato la volontà di perseguire comunque la sfida ambientale, con o senza l'ok di Washington.

Parliamo , ad esempio, di Tesla, Facebook e Apple, con il ceo della "Mela" Tim Cook che secondo Bloomberg avrebbe anche alzato la cornetta per chiedere alla Casa Bianca di non uscire dagli accordi. Ma anche Morgan Stanley, Tiffany e altre aziende hanno acquistato pagine intere dei quotidiani Usa per sostenere gli accordi di Parigi e segnalare come l'energia pulita sia un settore che crea lavoro e crescita economica.E alcuni - come il presidente francesce Emmanuel Macron - hanno ha già teso la mano a tecnici e scienziati, con la consapevolezza che le politiche green e l'innovazione ecologica, oltre che di vitale importanza per il futuro del pianeta, significano anche business e ingenti investimenti.

Secondo: i rapporti tra Cina e Unione europea potrebbero ricompattarsi come mai prima d'ora, a scapito proprio degli Stati Uniti.

A conferma, le parole del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, durante la conferenza stampa congiunta con il premier cinese Li Keqiang e il presidente della Commissione Ue Jean-Clade Juncker al termine dell'ultimo summit tra Bruxelles e Pechino.

"Ue e Cina proseguiranno la lotta contro il cambiamento climatico con o senza gli Stati Uniti", ha detto Tusk, definendo la scelta di Trump un "errore storico".

© Riproduzione riservata